07/06/2021
Depositata dal Gruppo PATT (Demagri, Dallapiccola, Ossanna) una mozione per rivedere in base alla popolazione i posti letto accreditati e convenzionati nelle case di riposo del trentino.
Il dibattito sulle Case di Riposo del Trentino è un argomento all’ordine del giorno, poiché gli effetti della pandemia si fanno sentire anche sulla gestione delle RSA, non solo per le problematiche legate al campo sanitario ma anche per le difficoltà di bilancio che le strutture si trovano ad affrontare.
I rappresentanti chiedono alla Giunta la modifica dei criteri, per poter garantire un accesso semplificato per le visite visto il miglioramento della situazione in generale e una maggiore attenzione alla situazione economica delle strutture.
Il Gruppo Consiliare del PATT, a prima firma della Consigliera provinciale Paola Demagri, ha depositato una mozione per impegnare la Giunta provinciale a rivedere il numero dei posti letto autorizzati e convenzionati all’interno delle RSA sul territorio provinciale, trovando un criterio chiaro per tutto il territorio, riducendo così le disparità fra i cittadini.
“In questo periodo nel quale è necessario e urgente modificare molti aspetti della gestione delle RSA – afferma la Capogruppo PATT Paola Demagri – la Giunta deve impegnarsi per garantire a tutti i cittadini trentini le stesse possibilità. E’ infatti chiaro da una semplice analisi dei dati che alcune zone come ad esempio la Val di Non sono penalizzate dal punto di vista dei posti disponibili.
Parliamo di una differenza abissale: in Val di Non sono autorizzati 253 posti per una zona con più di 39.000 abitanti, e in una zona come le Giudicarie, con un numero di abitanti simile ma leggermente inferiore, sono autorizzati 537 posti, vale a dire più del doppio”.
Questa situazione causa anche una problematica economica per le strutture che hanno posti autorizzati ma non convenzionati con la PAT e che in questo periodo restano vuoti e non beneficiano di nessun indennizzo provinciale. Infatti in questi mesi una concausa di fattori ha fatto si che molti anziani e i relativi caregiver preferissero restare a domicilio anziché servirsi delle cure delle RSA.
“Un primo intervento – continua la Consigliera Demagri – potrebbe essere quello di trasformare in posti convenzionati quelli che attualmente non lo sono, per aiutare le strutture a tamponare le difficoltà del periodo ed adattare il sistema alla richiesta dell’utenza che in questi mesi è stata completamente stravolta”.
Il Gruppo PATT guarda al futuro e alle evoluzione delle patologie dell’anziano, in modo particolare a quelle legate all’area cognitiva (demenza senile, morbo di Alzheimer) e quindi la proposta è che presso le RSA della Val di Non si sviluppi il nucleo dedicato per le demenze che ad oggi non è disponibile.