07/01/2021
Il Natale di questo 2020 ha portato, nel panorama politico Trentino, un rappresentante provinciale in dote a Fratelli d’Italia. Il partito della destra italiana, finora senza rappresentanti in Provincia, può da questo momento contare sull’assessore regionale Claudio Cia, passato armi e bagagli fra gli eredi missini.
Mossa legittima, quella dell’assessore regionale, ma che stride sia con il suo intento di definirsi civico, sia con quel progetto che, tardivamente, aveva messo in campo alle comunali di Trento per creare una sorta di centro moderato Marcello Carli. Stride, inoltre, con il suo definirsi autonomista, vicino alle tradizioni e alla storia di questa terra: Fratelli d’Italia è, infatti, il Partito più nazionalista, centralista, sovranista e antieuropeista presente sulla scena politica istituzionale italiana. Viaggia su binari diametralmente opposti a quelli dell’autonomismo.
Ora che la maschera è caduta, cala pure la coerenza e la serietà di chi più volte ha additato, deriso, criticato e attaccato le scelte degli altri, come se la verità appartenesse solo a Claudio Cia e al suo movimento politico “Agire” (ora fatto confluire in FdI).
Ne prendiamo atto e crediamo che lo stesso faranno anche tutti quei trentini che non accettano giochetti, cambi di casacca e tornaconti personali. Ora è sempre più chiaro chi può definirsi autonomista e chi, invece, lo fa solo per moda.