13/11/2020
Il servizio della trasmissione “Striscia la Notizia” andato in onda qualche sera fa ha puntato per l’ennesima volta l’attenzione, questa volta nazionale, sul tema della sicurezza e del degrado di Piazza Dante a Trento.
Tale tema, uno dei leit motiv delle ultime campagne elettorali dei partiti attualmente al governo della Provincia, è stato più volte affrontato dal Partito Autonomista che sia in Consiglio provinciale, che in quello comunale, ha portato avanti con determinazione proposte concrete per riuscire finalmente ad andare incontro alle richieste di cittadini ormai esasperati. Una di queste proposte era la casetta che doveva ospitare un presidio permanente delle forze dell’ordine in Piazza Dante. Un intervento forse non risolutivo, ma certamente necessario per tenere sotto controllo spacciatori e delinquenti vari.
Su tale opera era arrivato il finanziamento della Giunta provinciale, allora guidata da Ugo Rossi, e il Comune aveva avviato l’iter di realizzazione a seguito delle mozioni presentate dal PATT con il suo capogruppo Pattini.
Con le elezioni provinciali del 2018, però, l’amara sorpresa: in nome del cambiamento la Provincia ha bloccato il finanziamento e il presidio è finito nel dimenticatoio. Curiose le motivazioni addotte dal presidente Fugatti in una delibera della Giunta del 22 febbraio 2019: “La sicurezza è un tema trasversale che richiede la definizione di politiche integrate che coinvolgono ampi settori della pubblica amministrazione. Si rende necessaria quindi un’azione sinergica di diversi settori provinciali che, attraverso un processo di condivisione, delinei le linee programmatiche di legislatura nell’ambito degli strumenti di programmazione provinciale”.
Ma più incisive erano le dichiarazioni rilasciate alla stampa dove il presidente affermava:
“Durante le ore diurne la situazione è migliorata rispetto al passato”.
E continuava dicendo che il costo dell’opera era da considerarsi eccessivo (L’Adige, 4 febbraio 2019).
Forse il presidente pensava di essere riuscito a risolvere i problemi grazie alla concentrazione in città di tutti gli extracomunitari presenti in Trentino (fatto realmente accaduto e accompagnato dal sostanziale abbandono a sé stesse di queste persone).
Di certo c’è che, a distanza di quasi tre anni dal finanziamento del presidio da parte della giunta Rossi e due anni dopo lo stop di Fugatti, sarebbe bello sapere se il “processo di condivisione” dichiarato dal Presidente (ma del quale nessuno ha notizia) abbia portato a qualche risultato e se, visto che il presidio era considerato troppo costoso, sia stata trovata una soluzione efficace e concreta che vada oltre le chiacchiere e i proclami da campagna elettorale.
Ecco perché come PATT abbiamo presentato attraverso i Gruppi consiliari provinciale e comunale, rappresentati dai capigruppo Rossi e Pedrotti, un’interrogazione e una mozione affinché il Comune faccia valere le sue ragioni chiedendo il ripristino del finanziamento così da procedere in tempi celeri alla realizzazione del presidio, mentre la Giunta risponda in modo chiaro sulle sue intenzioni e si assuma le responsabilità di amministrare le nostre Comunità con serietà e non con gli slogan.
Trento, 11 novembre 2020
Simone Marchiori
Segretario politico PATT
In allegato i testi della mozione e dell’interrogazione.