03/08/2020
La giunta leghista perde l’ennesima occasione per dimostrarsi almeno un minimo autonomista. Nonostante i proclami e gli innumerevoli tentativi di provare a darsi una connotazione autonomista, gli esponenti della giunta provinciale dimostrano ogni giorno di più quanto non abbiano la benché minima idea di cosa significhi la parola autogoverno.
L’ultima, clamorosa cantonata, in ordine di tempo, l’ha presa l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli. Reduce dalla gestione fallimentare dell’orso, invece di dare risposte agli appelli levatisi dal mondo agricolo, ha scelto la strada più semplice: evitare di decidere, non provare nemmeno a ipotizzare una soluzione in salsa trentina alla necessità di sbloccare la mano d’opera proveniente dall’est Europa e impiegata in maniera massiccia in trentino per la raccolta delle mele e per la vendemmia.
Anzi, l’assessora una scelta politica l’ha fatta e anche chiara: scaricare le responsabilità sulla ministra Bellanova, affermando che si è in attesa che Roma faccia qualcosa. Probabilmente questa mossa servirà al capitano Salvini per racimolare qualche consenso, ma se questo è il concetto di autonomia della Lega, proprio non ci siamo. Autonomia significa responsabilità, significa coraggio, significa capacità di scegliere.
Degasperi affermava “che le autonomie si salveranno, matureranno, resisteranno, solo a una condizione: che dimostrino di essere migliori della burocrazia statale, migliori del sistema accentrato statale…”
Qui in Trentino il “governo del cambiamento” fa esattamente l’opposto: attende passivamente che sia proprio lo Stato ad indicarci la via.
Effettivamente questo è un gran cambiamento rispetto al passato: invece che raccordarsi con le autonomie virtuose, si segue l’esempio di quelle fallimentari.
Eppure sarebbe davvero bastato poco, si sarebbe potuto copiare dal Sudtirolo, dove la Giunta Kompatscher ha dato una propria, originale ed efficace soluzione ad analoghi problemi agricoli. Non è la prima volta che la Giunta Fugatti si distingue negativamente. Temiamo che non sarà neppure l’ultima. Ecco perché rinnoviamo nuovamente l’invito a prendere spunto da chi sa fare meglio, ma lanciamo un appello anche a tutti Trentini sinceramente autonomisti, che non accettano questa gestione, ad unire le forze per il bene della nostra terra.