16/07/2020
Ugo Rossi (Patt) ha osservato che questa manovra di assestamento, pur avendo un impatto di brevissimo periodo, aveva nelle dichiarazioni di Fugatti alimentato grandi aspettative. Invece mostra di essere frutto del lavoro degli uffici e della ragioneria della Provincia. Peccato che prima il bilancio preventivo 2020 e poi le variazioni di bilancio motivate dal Covid avevano dato alla parola assestamento il significato di un provvedimento da cui sarebbe emersa la definizione del Trentino del futuro e la rimessa in circolo delle risorse che nell’emergenza erano state sottratte ai normali capitoli di spesa. Invece ora emerge che questo assestamento non ha il raggio d’azione di una vera manovra. Manca ad esempio un ragionamento sulla copertura delle minori entrate previste nei prossimi anni. Invece qui c’è solo prudenza, ma il problema del calo del gettito penalizza, per Rossi, ogni previsione futura. Il capogruppo del Patt ha apprezzato che dopo un anno e mezzo di legislatura la Giunta si sia decisa con questo assestamento ad utilizzare il debito residuo. Forse a suo avviso si sarebbe potuto farlo prima per impostare programmi di ben altra natura in tema di sostegno all’economia e prevedendo investimenti negli ambiti più colpiti dal Covid come la sanità. Invece questa manovra poggia soprattutto su riduzioni di spesa nel 2021 (200 milioni) e non c’è nemmeno lo sforzo sufficiente per rimettere risorse in alcuni settori. A tutto questo si aggiunge un appesantimento del bilancio tale per cui cala la capacità di spesa: i pagamenti nel 2019 sono stati inferiori rispetto al 2018. Per esempio, i tanto decantati stati generali della montagna vedono un provvedimento con una misura inserita in questo assestamento di appena 110.000 euro! Sugli investimenti in opere pubbliche Rossi ha criticato la mancata battaglia che Fugatti avrebbe dovuto condividere con il presidente della Provincia di Bolzano per ottenere all’A22 il rinnovo della concessione.
“Abbiamo 4 miliardi di investimenti da fare – ha osservato Rossi – e non riusciamo ad avere tutti insieme una norma all’interno del decreto semplificazioni che indichi in maniera chiara che la concessione va ridata alla società attuale, anzi, agli enti pubblici da cui è formata con un prezzo fissato per legge. Questa dovrebbe essere la richiesta corale di tutto il territorio regionale. Invece assistiamo a distribuzione dei dividendi mentre 100 persone sono in cassa integrazione. Su A22 sappiamo che ci sono 2 opzioni, ma su questo auspicheremmo una mobilitazione straordinaria, non un semplice rapporto di interlocuzione: possibile che non riusciamo a mettere tutti attorno ad un tavolo e dire che la partita A22 va chiusa? Lì ci sono investimenti e le capacità di realizzarli, serve maggiore convinzione, la questione deve diventare di portata europea e pesare al pari della questione delle risorse economiche e forse di più”.
Casa. Per Rossi con l’assestamento la Giunta Fugatti ha rispolverato il passato con il richiamo al fondo social housing che le opposizioni avevano demonizzato nella scorsa legislatura e ora rilanciano per rispondere al fabbisogno abitativo. Pur plaudendo ai 22 milioni previsti nell’assestamento a sostegno delle ristrutturazioni, Rossi ha lamentato che l’intervento per i contributi sulla prima casa ammonta appena a 2 milioni di euro. Dotazione da lui giudicata “piuttosto simbolica” e quindi ha presentato emendamento per dare preferenza nei contributi per le ristrutturazioni a chi le fa per la prima casa di abitazione. Ha depositato un emendamento con cui si prevede l’istituzione di un osservatorio dedicato alle politiche della casa, che permetta di cogliere l’effettivo fabbisogno abitativo. Sanità: distinguere l’influenza stagionale dal Covid facendo il tampone ai malati.
Altro punto dolente dell’assestamento: la sanità. Per Rossi dopo l’emergenza ci si aspettava dalla Giunta uno sforzo programmatorio e pianificatorio sul sistema sanitario, mentre ci si limita ad indirizzare le risorse provenienti da Roma solo ad alcuni interventi sul personale delle strutture sanitarie. Positivo, ha osservato, se non fosse che c’è però il buio totale su una pianificazione del sistema sanitario provinciale per affrontare il prossimo autunno e l’inverno. A suo avviso sarebbe giusto dire adesso ai trentini come il sistema sanitario provinciale gestirà l’influenza stagionale con un piano straordinario di vaccinazioni. Influenza che ci sarà di sicuro: questo è il dato certo. La domanda è: come la distingueremo dal Covid? C’è solo un modo: assicurare il tampone per ogni malato. La peggiore influenza dell’anno causa mediamente 6.000 malati. Sarebbe ragionevole pensare che nella settimana critica per l’influenza stagionale il servizio sanitario provinciale assicurasse il tampone ad ogni malato per questa influenza. Il problema è già stato sollevato, non è stato disconosciuto dall’assessora e dall’Apss ma ora occorre una risposta precisa per capire come si intende agire. Rossi ha chiesto di lavorare insieme a questo obiettivo molto poco politico ma di servizio a cittadini e imprese. Turismo: gli alberghi non avranno più le risorse per innovare e qualificare l’offerta.
A soffrire a causa del Covid c’è poi il settore del turismo, in particolare alberghiero e ricettivo. Settore che da qualche anno ha garantito un trend di miglioramento dell’offerta di queste strutture. Ora la minore redditività delle stagioni che arrivano rallenterà gli investimenti di queste imprese per il miglioramento della qualità. Questa dell’assestamento era quindi per Rossi l’occasione per istituire un fondo a sostegno di questi investimenti, magari attirando anche qualche capitale dormiente che esiste nella nostra provincia, per garantire alla qualità del turismo del Trentino il flusso normale di risorse di cui ha bisogno per evitare poi ricadute negative anche sul settore delle costruzioni e dell’artigianato. Per il consigliere si tratta di una grande occasione mancata. In compenso la Giunta ha previsto per legge una chiusura dei negozi la domenica e le feste. Quanto alla riforma del turismo, secondo Rossi questa costringerà le Apt a doversi riorganizzare nei bilanci, nella governance e nei trasferimenti dei dipendenti proprio in un periodo in cui occorreva invece concentrarsi tutti a difesa del sistema e semmai sul contrattacco. Servono risorse per il contratto dei dipendenti pubblici e un piano per la scuola. Comparto pubblico a servizio dei cittadini. Rossi ha presentato un emendamento per abrogare la norma che aveva fatto sparire 20 milioni di euro destinati ai dipendenti pubblici. Questo permetterebbe di confrontarsi con le sigle sindacali per chiarire quali sono le difficoltà e gli obiettivi, individuando una cifra nel bilancio sulla quale costruire un ragionamento positivo per tutti tenendo conto delle difficoltà finanziarie ma senza demonizzare il lavoro nel pubblico impiego.
Un altro settore colpito dal Covid è stato quello della scuola. Qui Rossi ha rivolto un appello all’assessore Bisesti perché entro l’approvazione dell’assestamento presenti il piano per la ripresa del servizio scolastico da settembre, visto che si prevedono risorse ingenti, 45 milioni di cui la metà per il personale.
“La Giunta – ha esortato – indichi nel piano come utilizzerà queste risorse, ascoltando le richieste dei genitori e degli insegnanti che hanno raccolto sul tema 7.000 firme”. Il capogruppo ha segnalato altri due suoi emendamenti: Uno sollecita la riforma delle Comunità di valle con un cammino di semplificazione ed evitando i commissari. l’emergenza è importante, ma è ora e tempo che sull’assetto istituzionale del territorio si faccia chiarezza e si finisca la partita. Sul commissariamento delle comunità il Cal ha posto un tema: non è sufficiente dire che quello che c’era prima non andava bene, bisogna dire cosa può andare meglio. Per quanto riguarda il Patt, confermiamo la disponibilità a ragionare e a fare un passo ulteriore rispetto alla riforma delle Comunità, scendendo sul terreno della concretezza perché il modello è superabile solo se si decide che l’urbanistica torna sui due livelli. Va detto, infatti, che per quanto riguarda gli altri servizi, sociale in primis, le comunità sono necessarie. Un altro emendamento prevede 15 milioni di euro aggiuntivi per assicurare risorse alla cassa integrazione e al fondo di solidarietà a fronte della grave crisi occupazionale”.