13/07/2019
Gli ottimi risultati dei test Invalsi hanno premiato innanzitutto studenti, insegnanti e famiglie a cui vorrei far giungere i miei ringraziamenti, perché non erano risultati scontati e perché sappiamo che sono frutto di un studio quotidiano, aggiornamento continuo e motivazione da casa. In particolare, vorrei analizzare i risultati dei test invalsi in italiano e lingue straniere. In un paese come il nostro, dove pochi leggono, dove l’avvento dei social sta riducendo l’uso della lingua al ribasso, salvo poi farne un uso furbo e raffinato nei luoghi del potere, lontano dalle piazze, dove saper negoziare e capire testi e parole diventa indispensabile per salvaguardare democrazia e interessi di categorie, ecco, in questo panorama, sapere che i nostri ragazzi/e trentini posseggono competenze linguistiche forti mi rassicura. Continuate, vorrei dire loro! Fatevi interpreti di un vostro diritto, quello di poter giungere al termine delle scuole dell’obbligo con forti competenze linguistiche, non solo in italiano ma anche nelle lingue straniere. Perché a qualunque università o studi superiori vogliate iscriversi, la conoscenza delle lingue straniere vi verrà richiesta come parte della vostra carta d’identità. La scelta della Giunta provinciale di rendere opzionale il Trilinguismo nelle scuole – scelta miope e incomprensibile a mio parere, perché bastava rimodulare o fare cambiamenti organizzativi se proprio si voleva incidere in qualcosa, ma non rendere vano tutta la fatica già spesa in cinque anni di Trilinguismo – va a discapito soprattutto delle famiglie che, per aiutare i ragazzi a proseguire con gli studi, in qualunque ambito, anche in quello ricettivo turistico dove è richiesto un ottimo livello delle lingue, dovrà pagare privatamente migliaia di euro per corsi di inglese o tedesco. Il rischio concreto è che le lingue straniere, se non si continua a studiarle dalle materne, se non dai nidi, in poi con qualità e costanza (e fatica per tutti) tornino ad essere appannaggio delle famiglie più facoltose, o con più consapevolezza. Per questa ragione bisogna parlarne affinché le famiglie chiedano, soprattutto nelle valli, nelle aree più periferiche, qualità nella formazione linguistica a tutti i livelli sin da piccoli. Spetta a tutti perché da vent’anni abbiamo faticato a costruire competenze, motivazione, metodi pedagogici, unici in Italia e in Europa per qualità e i Test ce lo dimostrano, non possiamo far perdere alle future generazioni questo patrimonio, proprio a loro a cui il mercato del lavoro chiede in maniera perentoria di avere queste competenze. La nostra autonomia è questa. Che un bambino di Carisolo, nel Tesino, ad Ala o a Sfruz possa accedere a una formazione completa per il suo futuro. Perdere questo diritto che fino ad oggi era garantito a tutti è perdere un pezzo di democrazia e anche di Autonomia, perché le basi culturali e metodologiche per il trilinguismo sono state gettate vent’anni fa, esito di tante politiche, dunque, costruite con i soldi di tutti i trentini. Non possiamo annullare questa conquista e tornare quando, come me tanti, trent’anni fa in Trentino abbiamo dovuto pagare privatamente tutta la nostra formazione linguistica, con enormi sacrifici familiari.
Agli insegnanti, invece, il compito di mantenere alta la motivazione e richiedere regolari corsi di formazione linguistica all’estero, per un aggiornamento metodologico costante, utilizzando i fondi europei che sono stati incrementati a livello comunitario e in Parlamento, come relatrice della Commissione Politiche Europee, queste direttive le ho fortemente condivise.
In ultima, mi preme sottolineare un punto che so ha suscitato nelle scuole frizioni tra insegnanti di italiano e di lingue straniere quando invece è nella loro alleanza che si può costruire un asse forte per lo sviluppo delle competenze linguistiche. Studiare le lingue straniere aiuta, infatti, a sviluppare una forte competenza soprattutto nella propria lingua madre, qual è l’italiano per la maggior parte dei nostri studenti. Ne parlo come linguista, docente, parlante di più lingue straniere ma, soprattutto, cultrice della lingua italiana. Gli studenti che conoscono più lingue diventano cultori del linguaggio.
È come allenarsi in specialità diverse della stessa disciplina sportiva, si diventa campioni sul campo.
Chi conosce più lingue sa usare con attenzione le parole, si appassiona alle differenze di significato tra parole nella sua stessa lingua e tra lingue diverse, riconosce i contesti culturali, comprende più facilmente testi complessi, scientifici, giuridici anche se non opera in quel settore specifico, diventa insomma uno studente competente di linguaggi. Anche affettivamente sa comprendere gli altri e comunicare meglio le proprie emozioni. Il pacchetto trilingue, dunque, aiuta a rafforzare tutte le competenze linguistiche degli studenti, in un circuito virtuoso di passaggi che alimentano la passione, facendoli diventare antenne nella società a tutela anche della nostra lingua italiana.
Emanuela Rossini, Deputata (Patt) per il Trentino-Alto Adige