14/06/2019
Quando si parla del futuro delle nuove generazioni e di creare per loro maggiori opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale, bisognerebbe sempre tenere a mente ciò che può davvero essere utile per i nostri ragazzi e non la strada più semplice e comoda per chi dovrà accompagnare la crescita intellettuale degli stessi.
Ecco perché spiace davvero vedere come l’attuale maggioranza al governo del Trentino abbia intenzione di cancellare, con un colpo di spugna, un progetto che rappresentava, e rappresenta tutt’ora, un unicum in Italia: l’insegnamento obbligatorio, con metodo CLIL, di due lingue straniere in tutte le scuole trentine. Questa riforma, portata avanti con forza dal Presidente Ugo Rossi e dal Patt nella scorsa legislatura, rappresenta una piccola rivoluzione in grado di ampliare le opportunità di crescita e di lavoro dei nostri ragazzi. La padronanza di più lingue straniere, infatti, va nella direzione di fornire ai trentini un bagaglio di conoscenze necessarie per relazionarsi con altri Paesi e mercati, europei ma non solo.
Qualcuno potrebbe obiettare che il provvedimento che la maggioranza si appresta a vagliare, prevede solamente l’eliminazione dell’obbligatorietà dell’insegnamento CLIL. In realtà, la misura è molto più pericolosa di quanto possa sembrare. Alcune riforme entrano a regime e danno i loro frutti solo dopo alcuni anni dalla loro entrata in vigore. È il caso del trilinguismo e cambiarne le regole in corso d’opera, potrebbe rappresentare il fallimento dell’intero progetto. Senza contare che si creerebbero delle disparità fra scuole che continueranno con questo metodo, e scuole che al contrario decideranno di tornare al vecchio sistema. Questa situazione spalancherebbe le porte ad una disparità di trattamento fra studenti provenienti da scuole diverse, dando ad alcuni maggiori opportunità che ad altri, creando in buona sostanza studenti di serie A e studenti di serie B.
I miglioramenti e le correzioni degli aspetti più critici di una riforma così grande come quella del trilinguismo sono sempre possibili e auspicabili. Non si possono però spacciare per miglioramenti dei provvedimenti che snaturano l’essenza stessa della riforma.
Il Patt auspica che l’assessore all’istruzione Bisesti, e tutta la sua maggioranza, possano rivedere questa decisione in quanto in gioco non c’è un’idea politica ma il futuro dei nostri figli.