12/11/2018
Questa mattina si è svolta la prima conferenza stampa dei Consiglieri provinciali del PATT eletti nella legislatura 2018-2023: Ugo Rossi, Michele Dallapiccola, Lorenzo Ossanna e Paola Demagri sono intervenuti sul tema della gestione dell’emergenza causata dal maltempo dei giorni scorsi.
In particolare a preoccupare il PATT sono le affermazioni del Presidente Maurizio Fugatti che ha esternato la propria intenzione di bloccare le opere già avviate dalla precedente Giunta provinciale per far fronte all’emergenza.
“Noi non siamo d’accordo con quanto affermato da Fugatti – ha detto Ugo Rossi – abbiamo delle proposte serie e realizzabili per non bloccare gli investimenti. E’ infatti possibile usare gli strumenti che la nostra Autonomia speciale ci mette a disposizione per recuperare risorse.”
La prima proposta del PATT riguarda la possibilità della Provincia di aumentare il proprio debito per trovare importanti risorse.
“In questi anni abbiamo ridotto sensibilmente il debito della Provincia che avevamo ereditato, – ha continuato Rossi – per questo si potrebbe alzare di un 1% il debito provinciale, recuperando subito circa 180 milioni. Il debito potrebbe inoltre essere collocato sul mercato privato per attrarre liquidità ed attivare un circolo virtuoso di investimenti.”
Da parte degli autonomisti anche un sollecito a Fugatti, che in virtù della propria “amicizia” con il Governo nazionale, potrebbe chiedere a Salvini di intervenire e far ridurre le quote che la Provincia di Trento versa al risanamento delle casse statali, dando quindi la possibilità ai trentini di usare una parte dei propri fondi per risolvere l’emergenza.
Da parte dei Consiglieri PATT arrivano altre due proposte concrete ed immediatamente attuabili. La prima, spiegata da Lorenzo Ossanna, riguarda una moratoria per i contratti in corso per le aziende che operano nel settore del disboscamento. Al fine di proteggere le aziende trentine da assalti esterni, la Provincia deve attivarsi celermente per fare un piano acquisti del legno in più anni e concedere le deroghe necessarie per i piazzali di accatastamento.
L’ultima proposta è spiegata da Michele Dallapiccola, che parla di “una opportunità paesaggistica da sfruttare: le zone colpite maggiormente potrebbero vedere il territorio tornare come qualche decennio fa e veder nascere attività agricole che negli ultimi anni non hanno potuto essere presenti in quei territori. Si potrebbe quindi investire su attività di imprese per gestire il territorio, dando quindi ai contadini la gestione del nostro paesaggio”.