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Nuova PAC, Panizza (PATT): “No alle rendite di posizione, puntare su qualità e innovazione”

13/06/2017

“La nuova PAC dovrebbe mettere al centro, con più coraggio, le aziende che puntano sull’innovazione, sulla qualità dei prodotti, sull’accesso dei giovani nel settore. Invece ci troviamo con una proposta che continua a favorire le rendite di posizione anche di chi non lo merita. Il Governo faccia sentire la sua voce in Europa per la programmazione post 2020. La logica alla base della nuova programmazione va nella direzione opposta da quella sostenuta da chi opera per la crescita del settore agricolo.”

Così intervenendo in aula nella discussione sulla mozione sulla PAC, presentata anche con la sua firma, il segretario politico del PATT e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, sen. Franco Panizza.

“In questi anni – ha proseguito Panizza – abbiamo lavorato per rendere più competitivo un settore centrale per il nostro Paese. Oggi parte di questo sforzo rischia di essere vanificato in sede europea per una programmazione che non tiene conto del valore delle produzioni di nicchia e del contributo delle piccole aziende specializzate. Anche sulla montagna, ancora una volta, non si tiene conto della funzione preziosa di presidio del territorio e di lotta al dissesto idrogeologico delle produzioni agricole.

Certo, ci sono delle novità positive. Penso alla riserva speciale che l’Europa riconosce ai giovani e alla montagna, ma sono dell’avviso che non è sufficiente. La verità è che ci troviamo di fronte a una programmazione che, nell’impianto complessivo, ricalca un modello che speravamo superato.

L’esempio più eclatante è quello dei titoli storici, che favorisce chi in passato ha sempre usufruito di sostanziosi finanziamenti. Per gli alpeggi del Trentino ogni anno è una battaglia a chi offre di più senza che si possa privilegiare chi vuole migliorare e valorizzare il nostro patrimonio silvo-pastorale. Questo determinismo nell’erogazione delle risorse rischia seriamente di deprimere l’innovazione, la competitività e tutte le aziende che si cimentano sul tema, assolutamente centrale, della sostenibilità ambientale delle coltivazioni.

Per questo – ha insistito in aula il segretario del PATT – sono contento che le richieste che abbiamo condiviso con il collega Berger siano state accolte nel testo della mozione di maggioranza che il Governo ha deciso di accogliere.

Ma la mozione, per quanto incisiva, da sola non basta. Ci attendiamo soprattutto un atto di coraggio da parte del Governo. A cominciare dai titoli di reimpianto viticoli, che non devono più andare alle grandi aziende, ma che devono invece servire per favorire l’insediamento dei giovani in agricoltura e l’ampliamento delle piccole aziende virtuose.

È questa la domanda che giunge dai nostri agricoltori e dai tanti giovani che hanno deciso di scommettere sul settore. Una domanda che non può restare inevasa e di cui questo Governo deve sapersi fare carico nei confronti dell’Europa”, ha concluso il segretario del PATT.

13 giugno 2017