13/05/2022
Da molti anni non avevo più avuto l’occasione di incontrarlo, ma il ricordo di Sergio Fontanari, scomparso ultranovantenne in questi giorni, è in me ancora vivo. Nel momento in cui, ai primi anni Novanta, iniziai la mia militanza nel partito autonomista, l’ingegner Sergio Fontanari, allora Senatore della Repubblica, era, assieme a Franco Tretter, Eugenio Binelli e Guido Sembenotti, uno dei miei riferimenti più preziosi. Io, che mi avvicinavo seriamente per la prima volta alla politica, lo utilizzavo per capire i meccanismi legislativi, per conoscere la storia del partito, per trovare il modo per portare avanti le istanze che mi provenivano dal territorio e dalle comunità. E lui era sempre disponibile, pacato e paziente nelle sue spiegazioni, pronto sempre a documentarsi e a interrogare il Governo nazionale quando c’era bisogno di rimuovere un’ingiustizia o di rivendicare le nostre prerogative autonomistiche, anche assieme alle SVP e ai movimenti delle altre Regioni.
Sergio Fontanari era un autonomista della prima ora, idealista ma soprattutto concreto, tecnicamente capace e sensibile alle istanze di un territorio e di un popolo di montagna. Come ha detto bene il figlio in occasione dell’ultimo saluto, era una persona gentile e disponibile con tutti, determinato ma rispettoso delle idee degli altri.
Ha rappresentato le Stelle Alpine ai massimi livelli, sia come presidente del Partito, che come consigliere comunale a Pergine, che come primo senatore autonomista del Trentino, eletto, nella lista congiunta con la SVP, per ben due volte nel 1979 e nel 1983. Lo ricordo bene come politico scrupoloso quando si trattava di seguire le norme di attuazione incagliate a Roma, oppure le pratiche degli espropri della Valsugana bloccate all’ANAS, o semplicemente ogni iniziativa finalizzata a valorizzare la cultura e aumentare le potenzialità della nostra autonomia speciale.
Costante ed apprezzato è stato anche il suo impegno nel volontariato. Assieme a lui e a Franco Tretter, fondammo nel 1984 l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, di cui fu anche presidente fino al 1991. Ne abbiamo ricordato la figura qualche mese fa, in occasione della presentazione del libro che ripercorre tutta l’attività dell’Associazione.
Sergio Fontanari non accettò, purtroppo, la sfida della riunificazione autonomista e, anche per questo, si allontanò progressivamente dal partito, abbandonando poi l’impegno politico diretto. Resta, però, per me e per gli autonomisti di allora la sua testimonianza di autonomista determinato e coraggioso quando non era facile esporsi politicamente, di tecnico e amministratore preparato e competente, di esponente di una politica non urlata o improvvisata, ma competente e responsabile.
Un signore della politica, di cui io e tanti amici del PATT conserveremo sempre un ricordo riconoscente.
La nostra vicinanza va in questo momento alla moglie Antonia, ai figli e ai suoi famigliari, che hanno avuto per lui parole di grande affetto.
Franco Panizza
Presidente del P.A.T.T. – Partito Autonomista Trentino Tirolese