29/04/2022
Per capire quale strada intraprendere prima di pervenire alla terza revisione della legge sulle Comunità di Valle chiediamo di rivedere bene i contenuti del testo per non doverci mettere mano in tempi brevi
Le Comunità di Valle, enti pubblici intermedi tra Provincia e Comuni, sono state istituite il 6 giugno 2006 con la L.P n.3 sostituendo gli allora Comprensori che risalivano al 1973. Successivamente sono state oggetto di altre riforme, nel 2009, con elezione diretta dei presidenti, e nel 2014 quando sparisce l’elezione diretta (non si voterà più per questi enti con la modalità del suffragio universale), le assemblee vengono ridotte di numero, si rafforza il ruolo programmatorio dell’ente nella gestione delle risorse finanziarie.
Da ottobre 2020 le Comunità di Valle sono state commissariate in attesa di una nuova riforma che ora sembra ormai imminente.
Sicuramente come enti intermedi sono necessarie al Trentino ed all’esercizio dell’autogoverno perché rappresentano dei territori, con affinità ambientali e socioculturali, formati da un numero variabile di Comuni, che possono condividere delle scelte programmatiche e organizzative, relative alle competenze assegnate. Le decisioni assunte sono strategicamente importanti per i vari ambiti territoriali e ne garantiscono l’autonomia decisionale.
Come sezione locale del PATT avevamo suggerito che fossero coinvolti i territori, avviando un percorso critico e costruttivo, per capire quale strada intraprendere prima di pervenire alla terza revisione della legge. Ad oggi non sappiamo ancora quale sarà la governance effettiva delle Comunità di Valle, pur considerando che va garantita un’equa rappresentanza territoriale e politica.
Siamo molto scettici sulla possibilità di affidare la governance ai sindaci che, nonostante vengano loro riconosciute assolute capacità e competenze amministrative, devono dedicare già molto tempo ai loro Comuni. Considerando inoltre che molti sindaci svolgono anche un’attività lavorativa, sarebbe improponibile gravarli di un ulteriore incarico amministrativo.
Una riflessione etica e doverosa va fatta anche sul possibile conflitto d’interessi fra le necessità ed i bisogni del proprio Comune e quelli generali della Comunità di Valle. Auspichiamo dunque che nella revisione definitiva della terza riforma, anche se pare di no, siano coinvolti i territori ed i Consigli Comunali quali organi rappresentativi di tutto l’elettorato, per la scelta dell’esecutivo delle Comunità di Valle.
Il commissariamento attuale ha rivelato inoltre molti limiti poiché, oggettivamente, può essere garantita solo l’ordinaria amministrazione e soprattutto perché sono venuti a mancare i vari componenti del Comitato Esecutivo delle Comunità, ormai decaduti, che contribuivano, ciascuno per il proprio ambito, a rafforzare e mantenere vivi i contatti con il territorio, si facevano interpreti dei bisogni e delle istanze dei cittadini espletando quell’imprescindibile ruolo socio-culturale che le Comunità di Valle permettevano di esercitare. Oltre alla conferenza dei sindaci tuttora operativa ciascun componente del Comitato Esecutivo garantiva, con varie modalità, un costante lavoro di rete favorendo la partecipazione attiva dei cittadini per avere una visione condivisa relativamente alle azioni politiche da intraprendere, alle progettualità da mettere in atto, all’utilizzo ponderato delle risorse disponibili. Tutto questo nella consapevolezza che l’autogoverno dei territori è una grande opportunità e uno strumento fondamentale per l’esercizio dell’autonomia, a noi sempre molto cara.
Spesso le modalità messe in atto per perseguire questi obiettivi hanno portato ciascun amministratore delle Comunità di Valle a curare soprattutto la dimensione relazionale, comunicativa, propositiva con le persone e con le amministrazioni comunali nella convinzione che la politica è anche e soprattutto questo.
Ecco perché come Partito Autonomista Trentino Tirolese sezione della Bassa Valsugana e Tesino vogliamo ribadire con forza la necessità di continuare ad attribuire un ruolo politico ed operativo importante alle Comunità di Valle per tutelare un progressivo impoverimento del sistema autonomistico.
Siamo convinti che soprattutto l’autogoverno, anche a livelli istituzionali intermedi, è la modalità peculiare in grado di garantire, attraverso l’ascolto, la partecipazione attiva dei cittadini, la rappresentanza democratica, il benessere dei territori ed il loro sviluppo.
Crediamo inoltre sia palese oramai che le Comunità di Valle, così come sono oggi, sono davanti ad un bivio: possono essere trasformate in un mero gestore di piccole competenze sovracomunali e, quindi va bene, essere amministrate da una conferenza dei sindaci, da una sommatoria di interessi particolari che rischiano di non avere una visione d’insieme. Oppure possono diventare, stavolta per davvero, un ente intermedio in grado di dare una dimensione non solo sovracomunale, ma anche strategica ai nostri comuni, rafforzandoli in chiave di rapporti con la Provincia che non deve essere l’Ente presso cui bussare con il cappello in mano, ma la cabina di regia di un’autonomia diffusa, declinata in maniera originale nelle varie vallate e, di conseguenza, nei vari comuni.
Pensiamo convintamente che l’unica strada percorribile sia quella di potenziare con funzioni specifiche e di riferimento le Comunità di Valle riuscendo così a dimostrare ancora una volta che il sistema Trentino riesce a stare al passo con i tempi in maniera efficiente e, soprattutto, riesce a trarre dalle difficoltà gli stimoli giusti per rilanciarsi al meglio. Certo, come PATT, siamo consapevoli che questa strada è anche la più rischiosa: va evitata una sovrapposizione di ruoli che creerebbe confusione, burocrazia e lungaggini inutili di cui non abbiamo più bisogno. Va evitato anche il depauperamento delle funzioni dei comuni: non sono loro a doversi spogliare di competenze, ma in caso deve essere la Provincia che devolve le funzioni strategiche per i territori in un’ottica di autonomia diffusa. Ci sono molte partite strategiche (non solo in campo economico, ma anche culturale, sportivo e così via) che possono rientrare in questo ragionamento e che possono essere gestite da un ente politico in cui proprio la politica può esprimersi. Provocatoriamente diciamo che se si renderà necessario tornare a proporre il suffragio universale per eleggere le cariche all’interno delle Comunità, tanto meglio: potrebbe essere un’ulteriore scintilla in grado di far appassionare nuovamente i cittadini alla vita politica locale, facendo in modo che si mettano in gioco in prima persona perché parte di un sistema che li valorizza e ascolta la loro opinione.
Il coordinatore del Patt Bassa Valsugana e Tesino – Michel Floriani sul tema si è espresso così: “Purtroppo il commissariamento ha portato a diversi problemi con l’erogazione di servizi come, ad esempio, quelli riguardanti le politiche sociali ma cosa ancora più grave è che si è paralizzata la pianificazione urbanistica assegnata alle Comunità. Nella proposta di legge della Pat non viene affrontato il tema del governo delle valli, né la crescita delle Comunità, si concentra ed accentra invece l’amministrazione a livello provinciale, lasciando ai Comuni il problema delle gestioni associate. Credo che in quest’occasione sarebbe il caso di lanciare una riflessione comunitaria su quello che considero il vero tema, cioè il rapporto tra i Comuni, intesi anche come Comunità di valle e Provincia, cercando finalmente di fare una riforma, il più possibile, condivisa”
Sul tema era intervenuto tempo fa anche nostro segretario di partito – Simone Marchiori: “La parola d’ordine, deve essere coraggio: di scegliere, di sperimentare, di prendere una direzione. E non avere paura di aprire un confronto rispettoso dei ruoli ma che serva sinceramente a raggiungere il bene del Trentino e di tutti i suoi abitanti. Mostriamo il vero significato di essere Autonomi!”