08/04/2022
Sconcerto, preoccupazione e stupore sono le parole chiave che riassumono il nostro stato d’animo dopo aver appreso le ultime notizie che parlano della possibilità di veder concretizzati ulteriori ridimensionamenti ai servizi offerti dagli ospedali di valle, tra cui quello valsuganotto di Borgo Valsugana
Nonostante la propaganda dell’attuale maggioranza sulla valorizzazione degli ospedali di valle ed il potenziamento delle guardie mediche, la carenza di programmazione a medio-lungo termine ed il calo di attrattività del nostro sistema sanitario locale, hanno portato ad una crescente sofferenza e carenza di personale medico
In un territorio di montagna come il nostro risulta molto importante il lavoro sulla rete ospedaliera, soprattutto quella periferica, al fine di garantire servizi ai cittadini attraverso la presenza di professionisti qualificati.
Il contesto attuale vede una forte competizione tra territori per attrarre medici, i quali solitamente privilegiano la prospettiva professionale di medio termine al mero incentivo economico (sorvoliamo sui vergognosi tentativi di offrire benefits come ski-pass per attrarre personale, che, se confermati metterebbero in ridicolo il nostro sistema sanitario provinciale).
Volendo calare la notizia nel contesto della nostra valle, vorremmo sottolineare che uno dei servizi che meglio funzionava a Borgo Valsugana, è quello di radiologia, con la presenza di un primario molto valido e di una squadra di medici ed infermieri affiatata e disponibile.
Da qualche tempo ormai, dall’equipe di medici radiologi che lavorava a Borgo e Cavalese è iniziato un velocissimo fuggi fuggi generale in parte anche dipeso dalle dimissioni dovute ad un conflitto con la Provincia da parte del Primario. Evidentemente ora il sistema rischia di andare in sofferenza e garantire un minimo di continuità di servizio sarà inevitabilmente complicato.
Capiamo il voler tamponare la situazione, ma non condividiamo in ottica futura, la scelta di ricorrere a gettoni economici molto onerosi per le casse provinciali per mantenere operativo il servizio, non garantisce prospettiva futura e continuità del servizio.
Guardando poi al tema delle guardie mediche locali, non possiamo pensare che la soluzione per il Tesino sia l’aver un presidio aperto pochi giorni a settimana.
Bisogna rendersi conto che in Tesino sono molti i pazienti che potrebbero essere visitati a domicilio o comunque in loco evitando l’attivazione del servizio ambulanze per il trasporto in ospedale e, magari, un accesso superfluo in pronto soccorso intasando il servizio ospedaliero. Per inciso, tra le altre associazioni attive sul tema in Tesino, c’è il Servizio trasporto infermi del Tesino, operante nella Conca in convenzione con Trentino Emergenza 118. Si tratta diun’associazione composta totalmente da volontari, quasi tutti lavoratori, disponibilissimi ad intervenire h24 grazie alla grande generosità d’animo che è caratteristica meravigliosa di chi nella Conca ci vive, ma che spesso devono alzarsi la notte per effettuare interventi evitabili.
Tali problemi che sommati alle specificità intrinseche del Tesino, sia dal punto di vista logistico che morfologico rendono la richiesta di avere un servizio adeguato, imprescindibile!
Sappiamo bene che nessuno ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, ma pensando alle ultime promesse fatte dalla PAT per il nostro territorio, ci sentiamo quanto meno delusi e amareggiati, ricordando inoltre che le preoccupazioni che esprimiamo sono comuni a molti altri territori del Trentino.
La triste realtà che sta emergendo in maniera sempre più chiara è che dal Trentino si scappa verso altri ospedali fuori provincia per farsi curare. E se non si inizia subito a ragionare su una prospettiva di confronto con altre realtà, con umiltà e voglia di imparare, il Trentino non potrà mai diventare appetibile per i sanitari. Lascia l’amaro in bocca poi rendersi conto, andando leggermente indietro di qualche legislatura, che la Provincia aveva scelto di investire risorse per rinnovare l’attrezzatura medica di molti punti periferici, con questo non vogliamo dire che le cose fossero perfette prima, ma sicuramente una prospettiva a medio termine c’era.
Una soluzione potrebbe essere di puntare a valorizzare specificità, dovremmo diventare polo di eccellenza su cure particolari, congressi, ospitare e finanziare ricerche, confrontarci, tutte cose che già ci sono in Trentino ma che evidentemente aspettano di poter fare il grande salto.
Dovremmo ripartire dall’ascolto del personale sanitario e di chi nella sanità ci lavora ogni giorno, da cosa vedono e percepiscono, non dimenticando l’ascolto dell’utente finale del servizio, perché abbiamo un elevato numero di pazienti e sanitari che fuggono e non possiamo pensare che vada bene e che sia normale. Dovremmo tornare poi a pensare che le valli sono un’opportunità per le generazioni future e che se vogliamo dare futuro alle nostre terre dobbiamo intervenire ora, non domani. Non dimentichiamoci che nell’emergenza il San Lorenzo di Borgo ha rappresentato un modello di efficienza, rilanciandosi al ruolo di ospedale dell’intero territorio valsuganotto e che la pandemia, sconquassando vari aspetti di vita sociale ed economico, ci ha mostrato da un lato il grande patrimonio umano rappresentato dal personale sanitario, ospedaliero e del mondo del volontariato (a cui va un profondo ringraziamento) ma dall’altro lato ci ha mostrato tutte le debolezze del nostro sistema provinciale. Negli ultimi anni ci siamo probabilmente dimenticati che quando si parla di sanità si parla inevitabilmente di persone, e le persone, così come chi negli ospedali ci lavora, non possono essere gestite solo con le leve economiche!
Non è più il tempo di slogan e propaganda, non è con questi ultimi che si risolvono i problemi, siamo stufi ed è tempo di proposte concrete. Abbiamo uno strumento formidabile anche sempre più dimenticato, di nome “Autonomia”; ricordiamoci della nostra unicità ed utilizziamo al meglio questo strumento per proiettarci in avanti!
Come coordinatore d’ambito Bassa Valsugana e Tesino per il Patt mi sento di ribadire, con convinzione, che: “Il tempo delle mirabolanti promesse elettorali è finito e non da oggi ormai, abbiamo bisogno che amministratori attenti, politici coraggiosi e dirigenti capaci si siedano tutti quanti ad un tavolo ed inizino a ragionare su come riportare in alto il sistema sanitario locale che è alla base del benessere che avevamo e che lentamente stiamo perdendo sotto i colpi di finte promesse elettorali e poche azioni concrete. Noi, ci siamo!
In questo nostro presente non possiamo più permetterci di guardare al passato quando il futuro è alle porte!”