14/03/2022
L’annunciata riforma delle Comunità di Valle, dopo due anni di commissariamento, inizia finalmente a vedere la luce.
Non sono ancora chiari i dettagli ma il rischio che tale riforma, fondamentale per l’assetto istituzionale del Trentino e per l’efficace ed efficiente gestione dei servizi sovracomunali, diventi il classico topolino partorito dalla montagna appare concreto.
Le parole del Presidente del Consorzio dei Comuni, Gianmoena, sono, in tal senso, chiarissime.
Come PATT avevamo più volte auspicato che si avesse il coraggio di prendere delle decisioni, provando a immaginare il Trentino del futuro; avevamo sottoposto ai nostri numerosi amministratori locali alcune domande che chiarissero quale fosse la direzione auspicata dai Comuni, ma eravamo rimasti in attesa delle scelte della Provincia così da poter avviare un confronto costruttivo perché, è bene ribadirlo, riforme come questa devono essere condivise con i territori e con tutto il Consiglio provinciale.
Soprattutto perché siamo davanti alla terza revisione della legge in meno di quindici anni ed appare evidente che stavolta non si possano compiere errori.
Ecco perché, partito il dibattito, auspichiamo ci sia spazio per una sincera condivisione che porti al miglior testo possibile e su questo come Autonomisti faremo la nostra parte.
Già ora in alcuni punti compaiono delle criticità da migliorare: archiviata l’eliminazione delle Comunità bisogna chiarire che ruolo e che funzione debbano avere questi enti.
Se, come pare, resteranno in capo ad essi competenze relative all’erogazione di servizi sovracomunali, assieme a quelle sull’urbanistica che riguardano, invece, una visione complessiva del territorio, appare poco chiara la nuova governance pensata dalla Provincia. Non tanto in quello che diventerà il consiglio, quanto nella presidenza.
I Sindaci sarebbero sicuramente in grado di svolgere quel ruolo, ma è altrettanto vero che loro devono impiegare già molto tempo nella gestione del Comune.
Chi di loro potrebbe dedicarsi con il tempo che merita anche alla Comunità?
Inoltre una riflessione seria va fatta sul possibile conflitto di interessi fra le necessità del proprio comune e quelle generali dell’intera Comunità di Valle.
Auspichiamo quindi che, nella versione definitiva della riforma, sia lasciata ai Sindaci ed ai territori la scelta di nominare alla Presidenza di questo ente anche un esterno.
Altra fondamentale questione che non è stata toccata è quella relativa alle competenze.
Per efficientare il sistema qualcosa in più si poteva fare: sia dal punto di vista della Provincia che poteva cedere maggiore potere ai territori, sia dei singoli Comuni che, su determinati settori potrebbero trovare, in caso di necessità, nella Comunità un valido aiuto (solo a titolo di esempio pensiamo ad un coordinamento del servizio tributi già funzionante in alcuni territori).
Un punto di domanda inoltre, lo esprimiamo sulla figura del manager al posto del segretario.
L’annosa questione del rapporto fra sindaci e segretari non può essere risolta in maniera parziale e sul solo livello delle comunità. Senza, peraltro, aver individuato funzioni e competenze di tale manager.
Insomma, visto il tempo di gestazione, questa poteva essere ben più coraggiosa e intraprendente.
Forse si è preferito prendere la via più facile, ma i tempi impongono di osare un po’ di più.
Come PATT, assieme a tutti i nostri amministratori, siamo pronti a fare la nostra parte per migliorare il più possibile il testo con l’auspicio che anche dalla Provincia e dall’assessore Gottardi vi sia la stessa disponibilità a mettersi in gioco per il bene del Trentino.
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