14/09/2021
Oltre ad essere una terra storicamente centrale nella storia d’Europa, il Trentino ha sempre saputo ritagliarsi lo spazio come fucina di idee, come terra di gente lungimirante che ha saputo intuire le necessità del futuro per riuscire a fare le scelte giuste con anticipo.
Basti pensare ad esempio, in tempi relativamente recenti, a chi ha avuto l’intuizione di fondare l’Università di Trento, comprendendo come le necessità di cultura e di formazione sarebbero state centrali nel mondo qualche decennio dopo.
Oggi invece assistiamo al decisionismo Leghista, che interpreta il Governo del Trentino come se il mandato ricevuto da meno della metà dei Trentini fosse quello di smantellare tutto, di non interrogarsi sulla reale necessità di apportare cambiamenti alle cose, ma di distruggere tutto ciò che è legato al passato.
È inaccettabile ciò che sta accadendo, perché il Festival dell’economia è un patrimonio unico, che ha reso Trento un luogo di pensiero e di confronto e non può essere ridotto a strumento al servizio del centrodestra. Non si sta parlando di una modifica di qualche aspetto organizzativo o di una scelta strategica o tematica, si sta cambiando tutto per prendere le distanze dal passato.
Esprimo quindi il mio rammarico e la mia preoccupazione per questa scelta. Ma ciò che più stupisce è il metodo adottato dalla Giunta, che non si preoccupa nemmeno di avvisare l’Università e il Comune di Trento, riducendo dei preziosi partner a semplici co-organizzatori.
Nell’idea iniziale che ha portato alla nascita del Festival dell’economia c’erano dei ragionamenti seri e concreti, mentre ora si cerca di dare un indirizzo politico ad un evento che da sempre ha cercato di ragionare con libertà di pensiero.
Ora il rischio è che il Trentino perda uno dei suoi fiori all’occhiello, un Festival che si inseriva perfettamente nella proposta culturale, universitaria e anche turistica di una città che in questi anni ha visto il proprio nome crescere grazie anche ai dialoghi e i confronti sull’economia.
Esprimo la preoccupazione per il fatto che il festival laterza verrà organizzato altrove rischiando di ridimensionare la portata di quello trentino relegando la nostra terra in un angolo, isolandola invece di aprirla al confronto con altri territori ed esperienze.
Resta da capire come il “festival leghista” possa essere gestito e quali ricadute possa portare .
La speranza è che il Trentino sappia comunque trarre il meglio anche da questa esperienza, e che i Trentini si accorgano che il metodo e le scelte adottate in questo periodo non tengono conto della società e della nostra abitudine all’autogoverno. Al contrario invece sembra che Fugatti e i piccoli azionisti della maggioranza si accontentino di copiare il metodo dell’antica Roma “panem et circenses”, smantellando la Cultura e la Sanità ma spendendo 4 milioni per portare Vasco Rossi a Trento, convinti che questo sia un successo e che serva alla nostra Provincia.
I trentini stanno assistendo alla dispersione di un patrimonio inestimabile , costruito negli anni con idee, progetti e soldi pubblici . Irrazionale che le sedi della ricerca e dell’ economia trentina debbano subire simili perdite anziché essere coinvolte per migliorare anziché subire il cambiamento.