19/11/2020
Il tema della salute mentale ai tempi della pandemia è in questo periodo molto dibattuto e sicuramente anche in Provincia di Trento è necessario attivarsi per il bene dei cittadini.
In un atto politico abbiamo chiesto alla PAT quale siano gli investimenti previsti, perché attualmente a parte le continue dichiarazioni della Giunta sull’emergenza del nostro sistema sanitario non si intravede una prospettiva reale e concreta di sostegno a chi soffre a causa della pandemia. Anche nella proposta di bilancio che verrà discussa fra qualche giorno non si intravede nessuna prospettiva da questo punto di vista, per cui da parte nostra c’è preoccupazione vista l’assenza di iniziativa del governo provinciale.
Il dibattito a livello nazionale è importante, il 10 ottobre 2020 è stata la Giornata Mondiale per la salute Mentale e sia il presidente Mattarella che molti luminari specialisti hanno onorato questa ricorrenza portando un contributo molto significativo. Dal punto di vista istituzionale il Presidente ha raccomandato di non tralasciare dalle decisioni governative l’ambito sanitario che ha in carico bambini ed adulti con disturbi psichici. Dal punto di vista scientifico gli addetti hanno manifestato preoccupazione per l’incremento esponenziale di cittadini che durante il periodo della pandemia stanno sviluppando importanti segnali di disagio psichico.
L’OMS già a marzo 2020 aveva diramato un decalogo a supporto di ogni cittadino per contrastare gli effetti dello stress da pandemia “mangiare sano, mantenere i legami con i propri cari, non fidarsi di tutto quello che si legge in giro, chiedere aiuto ad un professionista se da solo non ce la fai.”
Purtroppo però anche se una buona parte dei cittadini ha seguito i suggerimenti contenuti nel decalogo OMS i danni sulla salute mentale della popolazione si sono comunque verificati.
Gli effetti pesanti della pandemia sulla salute mentale si sono registrati anche tra i nostri concittadini che hanno avuto importanti ripercussioni sull’umore e sul benessere psicologico. Ci sono state molte richieste di supporto e interventi sia sui pazienti già in carico ma anche su nuovi utenti che fino a febbraio non avevano manifestazioni che potessero preoccupare i professionisti sanitari.
Alcuni effetti negativi sono stati contrastati con l’aiuto di farmaci, quando necessario, altri con il supporto (visite e colloqui) da parte di Medici, TERP e infermieri. Tuttavia il limite dei colloqui è stato che per buona parte del periodo si sono tenuti telefonicamente, con ricadute sull’efficacia del trattamento poiché a distanza la relazione è più fredda e disturbata da eventi esterni.
Nessuna fascia di popolazione è rimasta indenne alle problematiche della salute mentale. I bambini sono stati particolarmente colpiti a seguito delle restrizioni che li hanno tenuti lontani dalla socializzazione scolastica, sportiva ed amicale. Gli adulti hanno dovuto fare i conti con l’impatto economico, la chiusura temporanea di attività, i ridotti introiti economici, la disoccupazione. Gli anziani sono stati segnati dall’isolamento, dall’insoddisfazione della vita misurata con criteri soggettivi come la felicità e la qualità della vita.
Come di consueto il Gruppo consiliare del PATT tende la mano, in maniera propositiva, chiedendo un impegno alla Giunta affinché non si dimentichi dei Servizi sanitari che hanno in carico la salute mentale dei trentini e che investa in questa, per sostenere e migliorare un ampio processo organizzativo che prevede il monitoraggio, l’assistenza e il soccorso di adulti e bambini vittime della pandemia; di situazioni di violenze; di abusi di sostanze quali alcool e tabacco.