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Michele Dallapiccola (PATT): nella gestione dell’orso serve più impegno e maggiore trasparenza

27/08/2020

Alla gestione dell’orso a trazione leghista manca qualche pezzo. L’esperienza anche drammatica dello scorso mandato ci ha insegnato molto. Ma l’attuale esecutivo sembra ignorare gli strumenti e i suggerimenti che insistentemente mettiamo a loro disposizione.

Più prevenzione

Oltre che di M49, sono mesi sentiamo parlare anche di M57 e delle sue scorribande nei centri abitati della Paganella. Eppure al povero, malcapitato ragazzo, aggredito qualche sera fa proprio lassù, non erano state fornite informazioni dei rischi che stava correndo. Evidentemente, non era stato reso sufficientemente consapevole del pericolo di vagare di notte in silenzio.

Da mesi, non si contano nemmeno più, le foto sui social e sui media che ritraggono lo stesso orso sull’Altipiano della Paganella

Incontri mirati – per le forze dell’ordine – campagne informative e divulgative – per tutti – apposizione supplementare di cartelli, aumento della vigilanza forestale avrebbero certo aiutato. Invece, per prendere una decisione si è aspettato che succedesse un incidente.

Ci dispiace tantissimo per questa cara persona ed è davvero un grande sollievo apprendere delle sue dimissioni dal nosocomio.

Nel frattempo, prego il lettore di rivalutare il mio “senno di poi” alla luce delle nostre numerosissime pregresse interrogazioni e mozioni.

Se dagli sbagli si impara, come è capitato a noi, chi governa ora, invece, sembra ignorare ogni stimolo e procede a vista. E dunque lanciamo un nuovo richiamo alla prevenzione, ancora una volta prima che accada qualche nuovo incidente.

Una nuova gestione

Ragioniamo di M49: se catturato sarà destinato al Casteller? Perchè se accadrà questo i posti alla “galera degli orsi” si esauriranno.

A quel punto la questione non potrà risolversi realizzando nuovi recinti dentro a parchi faunistici. E’ un modello che attinge alla “grandeur” imperialista anglosassone vecchio di secoli. Si finirebbe col mostrare ai nostri concittadini, ai turisti e con loro a tutto il mondo, il fallimento della gestione di una montagna dove vivono uomo ed animali.

Le belve feroci, le fiere perigliose, piegate dalla forza dell’uomo dentro al ferro delle sbarre! Può esser questo un futuro??? E pensare che in Val Rendena esiste l’idea amministrativa di procedere in tal senso!

Mentre Fugatti (a suo modesto avviso) parla di 30 orsi di troppo, costruiranno 30 gabbie?

Abominio etico ed iperbole politica a parte, una soluzione va intrapresa.

Tra queste specie l’equilibrio, responsabile, scientifico e politicamente coraggioso è uno solo: il controllo delle specie, che ne preservi un sacrosanto, riguardoso e ragionato sviluppo. Partendo – e fermandosi – ai soli esemplari particolarmente dannosi o pericolosi ai sensi dell’ufficialissimo PACOBACE.

Un pensiero di giudizio

La lega al governo del Trentino finora ha fatto poco o nulla in questo senso. Si è limitata a dare la colpa a Roma, ora che non può più darla a noi. Eppure, si era fatta eleggere per governare promettendo che avrebbe risolto ogni problema.

In una recente intervista anche il Presidente degli allevatori del Primiero, (Consigliere della Federazione Provinciale) sottolinea educatamente le colpe della lega trentina

Ricordiamo che la Provincia possiede attrezzi amministrativi fortissimi: l’Autonomia, il PACOBACE e la legge n.ro 9/’18. Che vengano attuate! 

Chi governa, ha l’obbligo di trattare col governo, esattamente come iniziammo a fare noi.

Per quanto tempo ancora ai trentini basterà la solidarietà e sentirsi dire di chi è la colpa?