19/06/2020
In data odierna le minoranze hanno depositato la proposta di mozione di sfiducia al Presidente Kaswalder.
Le motivazioni che hanno portato le minoranze a tale decisione sono declinate all’interno della mozione di seguito allegata.
Per le minoranze
la Garante Demagri Paola
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Egregio
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE
PROPOSTA DI MOZIONE N. ___
(articolo 159, comma 1, del Regolamento interno)
OGGETTO: SFIDUCIA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE WALTER KASWALDER
L’articolo 19 del Regolamento del Consiglio provinciale di Trento stabilisce: “Il Presidente garantisce e tutela con imparzialità le prerogative ed i diritti dei Consiglieri e dei componenti la Giunta assicurando il rispetto dei diritti delle minoranze”.
L’elezione del Presidente del Consiglio provinciale è un solenne momento istituzionale, che rende opportuno un accordo fra maggioranza e opposizione con l’obiettivo di individuare una figura imparziale e in grado di fungere da garante di tutte le componenti dell’assemblea.
Nel corso dei primi venti mesi della legislatura in più occasioni le minoranze si sono viste costrette a richiamare il Presidente Kaswalder, invitandolo a svolgere con maggior imparzialità il suo ruolo di garante dei consiglieri appartenenti a tutte le forze politiche. In aula e nelle sedi istituzionali, infatti, il Presidente ha dimostrato più volte di non essere super partes, nella dialettica tra maggioranza e minoranze. Fuori aula, ha partecipato più volte a incontri non istituzionali di giunta provinciale e dei partiti di maggioranza, esprimendo anche simbolicamente una inaccettabile vicinanza alla maggioranza politica che lo sostiene.
A seguito di tali ripetuti episodi, le minoranze avevano ottenuto incontri di chiarimento con il Presidente Kaswalder, nel corso dei quali lo stesso aveva assicurato l’impegno ad esercitare le proprie funzioni nel rispetto delle diverse sensibilità e senza travalicare il proprio ruolo di arbitro imparziale. In tali incontri il Presidente aveva manifestato la volontà di condurre i lavori consiliari nel migliore dei modi per tutelare il Consiglio provinciale.
Di recente, proprio questo impegno a tutelare il Parlamento dell’Autonomia è irrimediabilmente venuto meno.
A ciò si aggiunga inoltre la reiterazione di comportamenti assunti fin dall’avvio del mandato istituzionale che hanno evidenziato un palese sbilanciamento dell’autorità garante dell’Assemblea legislativa nei riguardi della componente di maggioranza della stessa, fino alla partecipazione del Presidente del Consiglio provinciale ad incontri amministrativi pubblici della Giunta provinciale sul territorio e ad una presa di posizione ufficiale sugli organi di informazione, in dispregio agli impegni assunti unanimemente dall’Aula durante la sessione dedicata al bilancio di previsione 2020 con un apposito ordine del giorno e con la quale si è indebolita ogni strategia di tutela degli accordi intercorsi fra lo Stato e le Province autonome e sottoscritti a Milano nel 2009 ed a Roma nel 2014. La questione è di inaudita gravità perché il Presidente del Consiglio provinciale ha disatteso platealmente un accordo trovato con fatica ed attraverso un dialogo costruttivo fra maggioranza e minoranze per salvaguardare gli interessi del Trentino, in ciò denunciando tutta la sua irosità personale e l’evidente incapacità di farsi promotore e garante del confronto democratico, qualità queste specifiche e proprie di un tale ruolo istituzionale.
La sentenza n. 61/2020 del Giudice del Lavoro del Tribunale di Trento, pubblicata il 1° giugno 2020, ha condannato il Consiglio a risarcire l’ormai ex segretario particolare del Presidente Kaswalder, a causa dell’illegittimo licenziamento deliberato da quest’ultimo.
La gravità di quanto accaduto è amplificata dal fatto che il Presidente ha dichiarato che il licenziamento è giustificato dal “venir meno della fiducia reciproca” verso il dipendente a causa della partecipazione di quest’ultimo al congresso del Partito Autonomista Trentino Tirolese.
Scrive in modo inequivocabile il Giudice del Lavoro di Trento: “Recedere ante tempus dal rapporto di lavoro a tempo determinato costituito con il proprio segretario particolare perché questi ha partecipato al congresso di un partito di opposizione, rispetto al quale il presidente conosceva le frequentazioni, integra il perseguimento di un motivo illecito in quanto diretto a impedire o comunque a limitare l’esercizio della libertà personale”.
La partecipazione al congresso di un partito nel corso del proprio tempo libero costituisce esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, che nessuno può mettere in discussione o addirittura porre alla base di un licenziamento.
La sentenza del Giudice del Lavoro accerta la violazione e condanna la condotta del Presidente Kaswalder, il quale tuttavia ha agito per conto del Consiglio e per questo saranno proprio il Consiglio provinciale e dunque le casse pubbliche a farsi carico – in prima battuta – delle pesanti conseguenze economiche del licenziamento per “motivo illecito”.
La violazione di una libertà costituzionale, perpetrata dal Presidente Kaswalder, costituisce solo l’apice di una lunga serie di episodi che hanno inequivocabilmente dimostrato l’inadeguatezza dello stesso a presiedere il Consiglio della Provincia autonoma di Trento.
A fronte dei recenti eventi, le minoranze hanno chiesto con fermezza un passo indietro al Presidente Kaswalder, il quale ha tuttavia manifestato la volontà di non rassegnare le proprie dimissioni. Non solo, durante l’ultima sessione del Consiglio provinciale – a precisa richiesta delle minoranze di voler indicare le proprie intenzioni rispetto al caso giudiziario, il Presidente aveva garantito che si sarebbe consultato con il proprio avvocato e avrebbe poi riferito alle minoranze in merito. Nessuna comunicazione è poi arrivata. Ancora una volta, il Presidente non ha tenuto fede ai propri impegni.
Il rifiuto del Presidente di prendere atto della propria inadeguatezza a guidare il Consiglio provinciale non può restare privo di conseguenze.
Con il presente atto i sottoscritti consiglieri intendono prendere le distanze dalla condotta del Presidente Kaswalder e condannare le modalità di conduzione dei lavori d’aula portate avanti dallo stesso, in sfregio ai basilari principi di imparzialità ed equidistanza dalle parti.
Il voto sul presente atto non è solo un giudizio politico: esprime un’assunzione di responsabilità del Consiglio nella sua interezza, tesa a tutelare l’istituzione consiliare con la rimozione dell’attuale Presidente. Ogni giorno che passa con la permanenza in carica del Presidente, infatti, aumenta – oltre al danno di immagine e credibilità per le pubbliche istituzioni – il danno economico al bilancio del Consiglio provinciale causato dal suo Presidente, in relazione agli stipendi dovuti all’ex segretario. Danno quantificato nell’assestamento del bilancio triennale di previsione del Consiglio provinciale in 95mila euro per il 2020, 56mila euro per il 2021, 56mila euro per il 2022, senza contare le ulteriori somme da stanziare eventualmente per il 2023 fino al termine della XVI legislatura, per un totale di oltre 250mila euro di risorse pubbliche.
Tutto ciò premesso,
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
1. esprime la propria sfiducia nei confronti del Presidente Walter Kaswalder.
Trento, 19 giugno 2020
Cons. Paola Demagri (Garante delle minoranze)
Cons. Lucia Coppola
Cons. Michele Dallapiccola
Cons. Filippo Degasperi
Cons. Pietro De Godenz
Cons. Sara Ferrari
Cons. Paolo Ghezzi
Cons. Alessio Manica
Cons. Alessandro Olivi
Cons. Ugo Rossi
Cons. Giorgio Tonini
Cons. Luca Zeni