29/05/2020
La presentazione di questi giorni all’Assemblea plenaria del “Next Generation EU”, da parte del presidente dell’Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen ha svelato gli indirizzi della Commissione europea anche intorno ai temi agricoli. Queste dichiarazioni hanno acceso luci ed ombre che ora si stagliano sul futuro dei finanziamenti europei in agricoltura.
A titolo di orientamento per il lettore con poca dimestichezza ma qualche curiosità su questi argomenti, qui di seguito una brevissima sintesi relativa al significato e al valore finanziario dei principali termini citati nel testo.
La PAC politica agricola comunitaria è divisa in due grandi capitoli detti PILASTRI.
Attraverso il 1° PILASTRO, Bruxelles effettua i cosiddetti pagamenti diretti o TITOLI che gli agricoltori ottengono attraverso la DOMANDA UNICA. Per il Trentino oggi vale ca. 13 milioni/anno.
Sempre del primo Pilastro fa parte il fondo FEAGA. Per noi sono importanti i cosiddetti Fondi OCM Ortofrutta dove anche le nostre organizzazioni dei produttori percepiscono il 4% ca. del valore produzione/anno per un valore di circa 17 milioni €/anno, ⅔ circa dei quali vanno alla sola Melinda. C’è anche una OCM Vino con circa 4,5 milioni€/annui divisi in: 1,8 mio€ per azioni di promozione, 1,5 mio€ per rinnovo vigneti, 1 mio€ scarso per le cantine.
Da segnalare anche le OCM Miele: 240 mila €/anno ca. e l’OCM Olio: 200 mila €/anno circa.
Del secondo PILASTRO/Fondo FEASR il conosciutissimo il PSR o piano sviluppo rurale, sul settennio ‘14/’20 per il Trentino, vale poco più di 300 milioni€.
Vi è poi un PSR nazionale dove, per il ‘14/’20, all’Italia sono stati assegnati circa 2,2 miliardi €.
Dentro a questo riparto, tra i piani operativi nazionali-PON, la gestione del rischio che il Trentino utilizza per assicurazioni e fondi mutualità, vale ca. 25 milioni €/anno.
Dal PON irriguo nazionale sono arrivati 10 milioni€ mentre dal Fondo pesca FEAMP circa 2.
Questo il quadro attuale: nell’immediato ritardo nella partenza della nuova pianificazione e per il futuro una riduzione della stessa. Preoccupati abbiamo voluto stimolare la Giunta provinciale attraverso un’interrogazione.
Di seguito, il testo dell’interrogazione firmata anche da Paola Demagri e Ugo Rossi:
FINANZIAMENTI EUROPEI IN AGRICOLTURA – LUCI E OMBRE SUL FUTURO.
Nella presentazione di questi giorni all’Assemblea plenaria del “Next Generation EU”, da parte del presidente dell’Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen ha svelato gli indirizzi della Commissione europea anche intorno ai temi agricoli. A questo punto luci ed ombre si stagliano sul futuro dei finanziamenti europei in agricoltura.
Il 27 maggio è stato annunciato il nuovo progetto per il bilancio dell’UE nel periodo 2021-2027 che include un taglio della politica agricola comune (PAC) del 9% in cambio di un leggero rafforzamento della politica di coesione grazie a i fondi hanno contribuito a questo capitolo dal piano di risanamento.
Pertanto, Bruxelles propone un budget totale per la PAC di 348.264 milioni di euro tra il 2021 e il 2027, che è del 9% in meno rispetto alla stima fatta per il periodo 2014-2020, di 382.855 milioni di euro (confronto con i prezzi di 2018)
Il taglio al PRIMO PILASTRO cioè gli aiuti diretti a sostegno delle entrate degli agricoltori e degli allevatori è pari al 9,7%. Per semplificare parliamo di 30 miliardi di € in meno!
Per quanto riguarda il SECONDO PILASTRO cioè i fondi per lo sviluppo rurale, la proposta prevede un taglio del 6,7% rispetto al bilancio comunitario. Significano 6 miliardi di meno.
Tutto questo nonostante il ricorso a 24 miliardi anticrisi, 15 dei quali dal cosiddetto Recovery Fund, destinati agli obiettivi ambiziosi posti dalle strategie Farm to Fork e Biodiversità, che ha solo in parte lenito la gravità degli inevitabili tagli di bilancio.
Ora, la notizia che preoccupa di più il mondo agricolo riguarda comunque lo spostamento della partenza della prossima PAC 21-27 almeno al 2023.
Su questo contesto pesano le decisioni del governo provinciale che evitando il ricorso alla massiccia assunzione di mutui non ha finora manifestato nemmeno particolare propensione a coprire le misure del PSR.
Alcuni capitoli, rimasti sguarniti dall’elevata capacità di investimento e di spesa degli agricoltori trentini, hanno valorizzato velocemente le risorse assegnate ma ora attendono segnali dalla Provincia per poter proseguire nei loro progetti.
Nondimeno preoccupano le coperture finanziarie delle superfici a premio del PSR quelle comunemente conosciute come sfalcio alpeggio e compensativa.
Tutto ciò premesso si interroga la giunta per sapere: