26/05/2020
L’emergenza nata a seguito del lockdown per contrastare il diffondersi del coronavirus Covid-19 ha messo a dura prova le imprese, che hanno dovuto (oltre a ripensare la propria attività in vista di una riapertura) acquistare tutti i dispositivi di protezione previsti dalle nuove prescrizioni.
Questo ha comportato sia per le imprese che hanno dovuto chiudere temporaneamente che per quelle che hanno potuto continuare la propria attività, una spesa imprevista per tutelare i lavoratori e i clienti da un possibile contagio.
Sia a livello nazionale che a livello locale sono state stanziate dall’ente pubblico delle risorse, sotto forma di contributi a fondo perduto, al fine di aiutare gli imprenditori nel sostenere la spesa.
Tramite Invitalia lo Stato ha messo a disposizione 50 milioni di euro, erogati alle imprese per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale. La formula con cui sono state assegnate queste risorse è stata quella dell’elenco cronologico delle prenotazioni del rimborso. Per questo solamente 3.500 imprese hanno ottenuto il contributo statale e molte altre sono state escluse a causa dell’esaurimento del fondo. Fra queste ci sono anche molte imprese trentine, che quindi hanno a proprio carico l’intera spesa sostenuta.
A livello provinciale è stata invece inserita all’interno del DDL 55 approvato dal Consiglio, la cifra di 15 milioni di euro, con cui si dà la possibilità per le imprese trentine di ottenere un contributo sulle spese sostenute. Il contributo prevede interventi in vari ambiti e non è previsto, a differenza di quello statale, solamente per l’acquisto di DPI.
L’impegno che Demagri, Rossi e Dallapiccola chiedono alla Giunta provinciale è quello di istituire un fondo specifico per aiutare le imprese trentine escluse dal contributo nazionale a fondo perduto nell’acquisto di DPI, recuperando l’ordine in graduatoria delle aziende che non hanno beneficiato del contributo.
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RIMBORSO DELLE SPESE PER LE IMPRESE CHE HANNO ACQUISTATO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE A SEGUITO DELL’EMERGENZA COVID-19.
L’emergenza nata a seguito del lockdown per contrastare il diffondersi del coronavirus Covid-19 ha messo a dura prova le imprese, che hanno dovuto (oltre a ripensare la propria attività in vista di una riapertura) acquistare tutti i dispositivi di protezione previsti dalle nuove prescrizioni.
Questo ha comportato sia per le imprese che hanno dovuto chiudere temporaneamente che per quelle che hanno potuto continuare la propria attività, una spesa imprevista per tutelare i lavoratori e i clienti da un possibile contagio.
Sia a livello nazionale che a livello locale sono state stanziate dall’ente pubblico delle risorse, sotto forma di contributi a fondo perduto, al fine di aiutare gli imprenditori nel sostenere la spesa.
Tramite Invitalia lo Stato ha messo a disposizione 50 milioni di euro, erogati alle imprese per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale. La formula con cui sono state assegnate queste risorse è stata quella dell’elenco cronologico delle prenotazioni del rimborso. Per questo solamente 3.500 imprese hanno ottenuto il contributo statale e molte altre sono state escluse a causa dell’esaurimento del fondo. Fra queste ci sono anche molte imprese trentine, che quindi hanno a proprio carico l’intera spesa sostenuta.
A livello provinciale è stata invece inserita all’interno del DDL 55 approvato dal Consiglio, la cifra di 15 milioni di euro, con cui si da la possibilità per le imprese trentine di ottenere un contributo sulle spese sostenute. Il contributo prevede interventi in vari ambiti e non è previsto, a differenza di quello statale, solamente per l’acquisto di DPI.
Tutto ciò premesso,
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
impegna la Giunta provinciale