15/05/2020
Il programma elettorale delle dell’attuale maggioranza di governo perginese recitava così in quel lontano 2015, ben 5 anni sono passati, un’era geologica rispetto ai cambiamenti a cui la nostra società attuale è abituata a vivere. Senza dubbio il programma dell’attuale maggioranza si è attuato in maniera lungimirante e al tempo stesso drammatica, si, Pergine è esattamente quella di cinque anni fa, peccato però che il mondo accelera e chi non ha la forza di capire i cambiamenti per poterli governare a proprio favore si rende conto che la situazione non è la stessa di prima ma è senza dubbio peggiorata. Il centro storico ne è forse la riprova più incisiva.
Non vi è alcun dubbio che il centro di Pergine per i perginesi e per gli ospiti che raramente la frequentano, possa rappresentare simbolicamente quel periodo artistico di fine Ottocento che veniva definito decadentismo. Il processo sembra lento ma irrimediabilmente graduale, nemmeno l’apprezzabile lavoro di operatori economici consorziati riesce più a dare stimoli efficaci ad un gioiello che poco alla volta perde i suoi pezzi, con Palazzo Crivelli e Palazzo ex Cavalletto ne sono l’esempio più rappresentativo. La punta di un iceberg che non viene assecondato dalla politica. Il partito autonomista sostiene fortemente che il centro storico è il cuore della comunità, la rappresentanza fisica, storica e simbolica di un territorio, formata dai privati cittadini ma soprattutto da tutte quelle categorie imprenditoriali ed economiche che esprimono il tessuto socioeconomico fondamentale per creare le condizioni di sviluppo di cui la società si alimenta.
D’altra parte, preme sottolineare all’attuale maggioranza che l’allora debole e carente programma elettorale presentava dei punti chiave per quanto riguarda l’aspetto turistico che sono stati completamente dimenticati. Quando l’assessore nomina tra gli altri lago e montagna, non entrando nello specifico di alcun contenuto, forse non ricorda quelle che erano le aspettative politiche rivolte a queste zone strategiche del nostro territorio.
“..Il lago per noi è importantissimo anche perché assieme al castello sono simboli di Pergine. Pensiamo che il lago abbia potenzialità inespresse”… “ed ancora si legge: “..crediamo che gli spazi di intervento all’interno di un territorio ad alta vocazione turistica come l’Alta Valsugana sia quello di fare in modo che Pergine diventi quello che già è. Pensiamo in altre parole di valorizzare nel loro insieme il castello, la vicinanza alle montagne la cultura materiale i prodotti tipici soprattutto agroalimentari i centri storici.. attraverso azioni di tutela e recupero.” sarà pertanto importante concordare e realizzare un programma condiviso con le altre amministrazioni rivierasche.”
Anche per quanto riguarda il recupero delle sponde e soprattutto della zona lacustre è sotto gli occhi di tutti di cosa NON SI È FATTO.
Per quanto riguarda Panarotta fin dal 2015 l’investimento nella montagna di Pergine appariva come uno spreco di fondi pubblici, il programma elettorale della giunta comunale lo dimostra, infatti veniva scritto: “non sia più possibile continuare ad iniettare dosi non giustificate di denaro pubblico”, evidentemente altri territori avendo una progettualità a lungo termine condivisa con il governo provinciale ha saputo ottenere ben altri risultati, l’esempio di Bolbeno dovrebbe far riflettere….
La capacità di sfruttare però la montagna non solo in inverno sta nel creare tutte quelle forme di turismo di transizione che l’Amministrazione poteva esercitare valorizzando il proprio territorio cercando di renderlo appetibile anche con percorsi naturalistici, culturali e agro alimentari.
Senza dubbio i periodi di crisi che arriveranno, imporranno delle scelte, per le quali sarebbe interessante anche analizzare il rapporto attuale della maggioranza di governo perginese che, per tutta la sua legislatura, mai ha trovato una vera e propria proficua sinergia con i governi provinciali, una strategia basata su progettualità, visione del futuro, argomenti che potevano senza dubbio creare una sintesi sistemica tra forze politiche che mai si sono capite.
Questo il peso politico di una giunta, che nel proprio programma si preferisce definire “esperienza civica” vantando” di non avere né padroni né padrini a Trento e nei palazzi del potere”. Un atteggiamento che conosciamo molto bene in questo periodo che può avere dei risvolti simili all’isolamento che tutti noi abbiamo vissuto.
Una politica che sa programmare il futuro è ben diversa da una politica come quella attuale che ora governa Pergine, caratterizzata principalmente da tecnici e burocrati capaci di far funzionare solamente le funzioni vitali della macchina amministrativa, che molto spesso funziona autonomamente, raccogliendo invece con il sorriso e la propaganda programmazioni e progetti partiti da precedenti e lungimiranti amministrazioni.
Purtroppo, però questo non basta, la politica è altro: discussione, relazione, sintesi di approcci e idee diverse che tra loro devono trovare una quadra per poter rispettare le sensibilità di tutti e trovare sempre il modo migliore per accrescere i valori sociali, economici, culturali di una comunità.
Per il partito autonomista trentino tirolese questi valori sono imprescindibili e saranno e sono il faro con cui stiamo sviluppando delle proposte e delle idee di ampio respiro che vadano nella direzione di poter individuare una progettualità che dia un’identità non ora ma che sia a lungo termine per evitare che “Pergine diventi quello che è già”, ma piuttosto che diventi tra cinque anni quello che decideremo di fare ora.