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Lorenzo Ossanna (PATT): RSA dedicate al Covid19, mi dispiace, ma non sono d’accordo con i miei colleghi di partito.

14/04/2020

Tutti in questo momento ci rendiamo conto che stiamo vivendo in un momento storico difficile. Forse il più difficile dal secondo dopoguerra ad oggi. Proprio per questo alla politica è richiesto uno sforzo superiore. In questo momento bisogna mettere da parte le differenze politiche e lavorare con in testa un unico scopo: il bene del nostro Trentino.

La Giunta Provinciale in queste settimane sta lavorando assiduamente per la risoluzione di problematiche tutt’altro che semplici e i consiglieri, tutti hanno il compito, e il dovere di mettere da parte visioni personali e differenze ideologiche e lavorare con spirito collaborativo. Solo uniti ne usciremo!

Fatta questa piccola precisazione, vorrei sottoporre all’attenzione di tutti le motivazioni che mi vedono dissentire rispetto alla presa di posizioni dei miei colleghi sull’utilizzo di RSA dedicate per la gestione del Corona Virus, peraltro in accordo con UPIPA e le RSA stesse.
Non serve avere particolari competenze mediche per capire che il virus entra nelle RSA dall’esterno; magari portato accidentalmente dallo stesso personale asintomatico. Una volta entrato, in pochissimo tempo si espande in modo violento; il personale è sicuramente preparato, e qui voglio ringraziarlo per il grande lavoro che svolge, ma il virus è aggressivo e purtroppo sappiamo bene che i nostri anziani sono i soggetti più a rischio.

La proposta della Giunta Provinciale, in linea di principio, la condivido. Condivido l’idea che se si riesce a spostare un ospite positivo da una RSA, questa ha possibilità più elevate di contenere il contagio. Consideriamo che il 50% delle nostre case di riposo ha tuttora un numero di contagi pari a zero. È chiaro che, affinché quanto proposto funzioni, è indispensabile individuare immediatamente i soggetti positivi al Codiv19 attraverso un’attenta valutazione dei sintomi.

Trovo positiva anche l’idea di utilizzare la struttura di Volano come centro per la cura dei soggetti positivi al virus e provenienti dalle RSA. È una struttura nuova e molto funzionale. Semmai il problema è trovare personale qualificato che accetti di andare a lavorare nella RSA di Volano; questo è sicuramente il problema più importante da risolvere.

Non mi trovo del tutto d’accordo sull’utilizzare la struttura di Pergine dove il contagio è stato rilevante e ha già stressato gli operatori e il personale che solo adesso iniziano a vedere una luce dopo il periodo di lavoro intensissimo che hanno vissuto.
La soluzione di isolare in strutture predisposte gli ospiti positivi è al momento l’unica soluzione percorribile per cercare di contenere il contagio in queste strutture.

Ovviamente, per ridurre al minimo lo stress procurato agli ospiti per eventuali spostamenti potrebbe essere importante selezionare luoghi di sistemazione vicini suddividendo il territorio per zone; sembra che le RSA della Rotaliana, seguendo le indicazioni della Giunta Provinciale, a riguardo stanno valutando di portare i propri ospiti positivi in un’unica struttura del luogo che magari non è una RSA, ma per esempio il presidio ospedaliero S. Giovanni.

Questo è il mio pensiero, volto non alla critica a tutti i costi, ma a lavorare insieme per non aggravare ulteriormente situazioni che sono obiettivamente delicate. Per questo motivo non condivido la posizione espressa dei miei colleghi di partito.

Lorenzo Ossanna, Consigliere provinciale PATT