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Luigi Panizza: la solidarietà non si taglia

30/07/2019

Le sconfortanti notizie che mi giungono in questi giorni dai mezzi di comunicazione, relativamente alla posizione della maggioranza sul tema degli aiuti internazionali, mi inducono a ribadire in parte quanto ho già scritto. Innanzitutto non riesco a capire il perché di questo irrigidimento. Si vuol cancellare lo stanziamento dello 0,25% e ridurre l’importo da devolvere agli aiuti umanitari contrapponendo il noi a loro. Forse che il 99,75% a favore della nostra gente non è già un importo sufficiente? Si dice che quanto viene tolto per la solidarietà internazionale va a beneficio di altri bisogni locali. Si vuol togliere ai più poveri per darlo ad altri poveri. Normalmente si prende  a chi sta bene per darlo, in parte, a chi sta male. Non mancano certo voci di bilancio dove attingere per soddisfare i bisogni della nostra gente. Per il finanziamento dei progetti per il Terzo Mondo si obbligano le associazioni a trovare con mezzi propri il 50% delle spese dei progetti. Come è possibile per i grossi progetti trovare con mezzi propri il 50%? In questo modo i grossi progetti che aiutano i poveri a rimanere a casa loro rimarebbero sulla carta. Ma in fondo sia i soldi pubblici che quelli privati non vengono tutti dalle tasche della nostra gente? Non è più giusto che tutti concorrano a finanziare la maggior parte delle spese per la realizzazione dei progetti e lasciare le altre alla libera generosità dei privati? Già le associazioni con grande impegno cercano con varie iniziative di recuperare quanto manca. Più aumenta il capitale totale disponibile più opere si riesce a realizzare e più si aiutano a casa loro. Se dai controlli sull’uso del denaro pubblico risultassero irregolarità o peggio si intervenga senza penalizzare gli altri. Se una mosca entra in un piatto di minestra “non si butta via tutta la minestra”. O per dirla con un detto comune “non si butta via l’acqua sporca con il bambino”. 
Chi vi parla, con 17 anni e 37 viaggi di esperienza africana nei luoghi più remoti in mezzo alle capanne  conosce abbastanza il mondo dei poveri africani. Un mondo tanto sfruttato in passato e anche nel presente. Ed è uno sfruttamento del quale godiamo tutti. Ciò che diamo è una restituzione per quanto abbiamo goduto e godiamo tutt’ora. Vorrei veramente portarvi dove sono stato e vado ancora godendo, grazie a Dio, di sufficiente buona salute nonostante l’età.
Vorrei che poteste vedere quella realtà. Vorrei che poteste vedere dove sono finiti i soldi dati all’Africa. Vorrei farvi vedere quanto bene hanno fatto alle popolazioni locali. Vorrei che poteste provare la grande gioia nel vedere bambini salvati, bambini orfani accuditi e contenti dell’unico piatto che hanno per non soffrire la fame. Vorrei farvi vedere i giovani che in collegio imparano a fare il muratore, il falegname, il meccanico, l’elettricista ecc… le ragazze che imparano a fare le sarte, magliaie, economia domestica ecc…Tutti questi possono sperare in un futuro come tanti altri giovani del nostro mondo. Vorrei farvi vedere la gioia delle mamme che possono partorire in ospedale e non correre il pericolo di morire con il loro bambino camminando per strada. Vorrei farvi vedere mamme che con piccone e badile hanno lavorato a scavare per fare gli acquedotti e così guadagnarsi qualcosa e poter andare al mercato a comprare parte dell’indispensabile per i loro figli. Che bello vedere questo mondo povero cambiare e crescere con gli aiuti che si danno. Ma potrei continuare con altre esemplificazioni anche più efficaci e crude. Questa è la solidarietà della Provincia. Questa è la solidarietà di tanta gente generosa. Provate ad immedesimarvi in questo mondo degli ultimi. Abbandoniamo certi ragionamenti che portano lontano dalla realtà. Ripeto, siamo rigorosi nell’uso del denaro pubblico, ma non riduciamo l’aiuto. Vorrei essere accanto ad ognuno di voi per dirvi tante altre cose ed aiutarvi a votare bene quando arriverà il momento. Vorrei vedervi contenti quando uscirete dall’aula. La vostra gioia sarà, anche se inconsciamente, la gioia di tante e tante persone. I miei non sono sentimentalismi, ma testimonianza di vita vissuta. Senza erigermi a giudice di nessuno vi auguro di fare in modo che non abbiate a pentirvi di quello che avete fatto. Avete una grande responsabilità. E’ un problema morale di grande umanità.
 
Luigi Panizza presidente associazione “Valdisole solidale” ed ex assessore Provinciale