01/07/2019
Sull’orso M49 sembra ancora lontana una soluzione in grado di dare risposte ai cittadini giudicariesi. Continua il battibecco tra il Ministro Costa e il Presidente Fugatti.
In questi giorni sui giornali stiamo assistendo al braccio di ferro tra il Ministro Costa e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Fugatti. La soluzione al problema che sta affliggendo e preoccupando soprattutto le Valli Giudicarie appare ancora molto lontana. Sarebbe utile, forse, imparare da quanto è già stato fatto dalla vecchia Giunta provinciale e, in particolare dall’allora Assessore del PATT Michele Dallapiccola, insieme al Presidente Autonomista Rossi. Loro per primi si sono trovati alle prese con il problema orso che, a differenza di M49, aveva aggredito delle persone. I due autonomisti avevano cercato di mediare tra le varie forze in causa, facendo valere la nostra Autonomia e prendendosi la responsabilità, una volta applicati tutti i protocolli previsti dalla normativa, di arrivare alla cattura o alla soppressione degli individui problematici. Il tutto sotto i continui attacchi della Lega che accusava gli Autonomisti di non fare niente per la risoluzione del problema, esasperando coloro che in montagna ci vivono e ci lavorano.
Ora, cambiata la maggioranza provinciale e nazionale (entrambe detto stesso colore) il problema si ripropone con M49, ma il dialogo fra Stato e Provincia sembra essere sempre più arenato; il rischio, oltre a quello di non dare le giuste risposte ai cittadini, è quello di minare la credibilità della nostra stessa Autonomia.
Le regole per gestire l’orso nelle valli trentine ci sono, ma possono esser applicate solo in un contesto di dialogo e di accordo fra i vari soggetti in campo. E questo accordo lo si raggiunge guidando il processo e non portandolo avanti con slogan e strappi. Dobbiamo essere consapevoli che la maggioranza delle persone che non risiedono nelle nostre valli (e in questa maggioranza va inserito anche il ministro Costa) hanno una percezione dell’orso dettata dall’immaginario costruito da cartoni animati e favole per bambini. La realtà è ben diversa e noi trentini sappiamo bene che M49 non è paragonabile all’orso Yoghi.
Una forzatura in questo momento rischierebbe di trasformare una giusta battaglia, quella della sicurezza di chi vive e lavora in montagna, in un esempio negativo capace di mettere in cattiva luce il Trentino di fronte all’Italia e all’Europa, lasciando irrisolti gli attuali problemi.
Il PATT da sempre nei confronti del tema dei grandi carnivori ha dimostrato sensibilità e credibilità con l’obiettivo fondamentale di tutelare prima la sicurezza di chi vive e lavora in montagna. Il Tema va affrontato con serietà e mediazione. È necessario un lavoro di convincimento e di coordinamento a livello provinciale e nazionale.
Noi autonomisti, come abbiamo più volte sostenuto, vorremmo che gli slogan fossero messi in soffitta una volta per tutte, affrontando i problemi, compreso quello dell’orso, con la giusta serietà. Le soluzioni ci sono e per quanto ci riguarda mettiamo a disposizione il nostro bagaglio di esperienze in materia, ma riteniamo che i trentini, e in questo caso i giudicariesi, meritino di non essere presi in giro (tanto per fare un esempio la tanto sbandierata delibera per la cattura dell’orso non sarebbe ancora stata firmata nonostante siano giorni che viene data per certa). Rischiamo, al contrario, di veder imposte decisioni da Roma, che certamente andrebbero a penalizzare chi vive in montagna e vuole continuare a farlo.