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Emanuela Rossini: Decreto Crescita, poche azioni incisive, ma tante occasioni mancate

22/06/2019

Come PATT/SVP ci siamo astenuti sul voto al Decreto Crescita – una legge omnibus in cui troviamo poche misure veramente incisive e di crescita, ma tante occasioni mancate.

Come nota positiva, è stata accolta la nostra richiesta, insieme a quella del tavolo Permanente delle bande trentine e nazionali, di far slittare di almeno un anno, al 30 giugno 2020, l’entrata in vigore del Registro Unico. Tale proroga non risolve i problemi, ma è necessaria per trovare, auspichiamo, soluzioni per attuare una snellezza burocratica e mantenere agevolazioni fiscali per le piccole realtà del terzo settore, tra cui le bande musicali e chi si occupa di servizi essenziali sui territori come la gestione di ambulanze. Vogliamo ribadirlo: il terzo settore è la vera leva di crescita, perché salvaguardia le comunità dallo spopolamento di servizi alla persona, cultura formazione e aggregazione sociale. Dobbiamo tutti fare un’azione propulsiva per una crescita del ruolo del terzo Settore quale partner capillare sui territori di pubblico e privato. 

Tra le occasioni mancate, ci ha particolarmente deluso la mancanza di ascolto degli interessi delle piccole e medie imprese che verranno penalizzate con l’art.10, perché introduce la possibilità per il beneficiario di trasformare le detrazioni fiscali in uno sconto a carico dell’imprenditore: ciò significa escludere dal mercato molte piccole imprese e artigiani che non hanno la liquidità necessaria per sostenere questo anticipo.

In ultimo, ciò che manca in questo momento, drammaticamente, è la consapevolezza del Governo di giocarsi una partita importante per il paese. Stiamo scontando una preparazione tecnica e un’incertezza di prospettiva. La difficoltà che riscontriamo nel lavoro parlamentare, la poca incisività alla fine dei provvedimenti, anche a causa degli aggiustamenti in corsa da parte del governo, ingolfando di fatto il lavoro delle Commissioni, è un agire oramai che dura da mesi, come se il tempo perduto fosse sempre possibile recuperarlo. Ma non è così. Un anno di litigi e provocazioni con i partner europei ci hanno portato al rischio reale e immediato di una infrazione che già solo come rischio sta impattando sfavorevolmente sul futuro del Paese. Abbiamo bisogno di recuperare una rotta, lo si potrà fare solo se si inizieranno ad usare con serietà e competenza gli strumenti di bordo. 

On. Emanuela Rossini