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Alfonso Manica, fondatore dell’Asar e padre dell’autonomia

20/12/2018

Nato a Pomarolo nel 1900, Alfonso Manica si distinse all’indomani della fine della seconda Guerra mondiale in qualità di esponente di spicco dell’Asar, l’organizzazione che tra il 1945 e il 1948 si batteva per l’autonomia e l’autogoverno della nostra regione. Manica fu uno dei militanti più ispirati nella lotta per l’autonomia del Trentino e uno dei padri fondatori della Provincia Autonoma di Trento.

Tutti gli anni a metà dicembre si tiene a Rovereto una commemorazione a lui dedicata, organizzata dalla Compagnia SK Roveredo, con sfilata per le vie cittadine, Santa Messa di suffragio, salva d’onore e posa di una corona sulla lapide per i morti trentino-tirolesi nel primo conflitto mondiale.

Manica alla sua morte, avvenuta nel 1984, destinò il suo patrimonio al finanziamento delle allora rinascenti compagnie Schützen trentine. Per questo, ormai da decenni, l’organizzazione della commemorazione è affidata alla compagnia Schützen di Rovereto e alla locale sezione del PATT, che vogliono così onorare una delle figure più importanti della nostra autonomia.

Quella dei militanti asarini e pipititini è una storia coraggiosa, impersonata da Alfonso Manica e da altri esponenti come Remo Markt, al quale è intitolata la sezione del PATT di Rovereto, uomini e donne il cui esempio rimane valido dopo tanti anni. Erano infatti tempi difficili, in cui professare determinate convinzioni poteva risultare pericoloso.

Manica ebbe tuttavia il coraggio di battersi perché alla nostra regione fosse riconosciuta l’Autonomia. Era un uomo umile, semplice, che spese tutte le sue risorse per il partito e tutta la sua vita perché fosse affermato il diritto del Trentino all’autogoverno e, sotto l’aspetto culturale, perché fossero valorizzate le nostre tradizioni, come quella degli Schützen, che non a caso lo ricordano ogni anno.

Così lo ricorda Franco Panizza: “Prendendo la parola a Rovereto in occasione della Commemorazione della scomparsa di Alfonso Manica, ho voluto rimarcare la modernità di questa figura storica dell’autonomismo trentino e rendere al contempo un doveroso omaggio ad un uomo umile e semplice che ha dato tutto se stesso, tutto ciò che aveva, per gli ideali in cui credeva: per il Partito Autonomista, per gli Schützen, per ogni iniziativa finalizzata al riconoscimento e alla difesa della nostra capacità di autogoverno (che egli teorizzava ancor prima della fine del secondo conflitto mondiale) e della nostra identità di popolo trentino-tirolese.

L’esempio di Alfonso Manica, la sua passione sincera, la sua lungimiranza politica, il suo autonomismo convinto, ma aperto e solidale verso gli altri – soprattutto verso i più deboli – la sua dedizione disinteressata e totale al Partito, costituiscono per gli autonomisti di oggi (semplici iscritti, simpatizzanti o rappresentanti ai vari livelli istituzionali e politici) un faro a cui fare sempre riferimento ed un preciso richiamo alle nostre responsabilità.

Dalle lettere di Alfonso Manica emerge un messaggio che mantiene un significato di straordinaria attualità che non possiamo lasciar cadere nel vuoto. La nostra è una storia coraggiosa fatta di ideali, ma anche di grandi battaglie di giustizia, di democrazia, di libertà.

La commemorazione di Alfonso Manica deve rappresentare un impegno a tener conto dei suoi insegnamenti, a tenere alta la fiaccola dell’Autonomia e dell’autogoverno contro ogni tentazione centralista di chi non conosce la nostra storia e le ragioni della nostra specialità. Un impegno a coltivare i valori della pace, della solidarietà, della giustizia sociale, della fede, dell’attaccamento alle proprie tradizioni, dell’amore per la propria terra.

 Voglio aggiungere anche l’auspicio che la nostra gente non perda mai i suoi valori di riferimento, che questa nostra società troppo spesso sviata dal consumismo e dall’egoismo sfrenato sappia ritrovare le proprie radici profonde ed i propri valori di riferimento. Solo così costruiremo una società forte, basata su fondamenta solide: solo così onoreremo degnamente la memoria di Alfonso Manica e di tutti coloro che hanno speso la loro vita per l’autonomia di questa terra.

Oggi come Partito Autonomista Trentino Tirolese, dopo oltre 70 anni di storia, vogliamo valorizzare figure come quella di Alfonso Manica e indicarle come esempio in particolare ai nostri giovani. Quello di Manica e degli altri militanti asarini è un testimone che vogliamo conservare e consegnare alle nuove generazioni.”

Su Alfonso Manica si vedano le pagg. 28, 30, 36, 76, 117, 123, 129, 137, 147-149, 161, 217-18, 241, 250-51, 254-56, 261-62 del libro “Storia dell’ASAR” di Lorenzo Baratter, 2009, Egon edizioni.