29/08/2018
L’intervento del Presidente Ugo Rossi in Consiglio Provinciale:
“Un primo ringraziamento va all’opposizione, con cui abbiamo avuto un rapporto spesso duro in questa Legislatura, ma sempre molto franco e soprattutto orientato a far capire ai cittadini quali fossero e quali siano tuttora le differenze di impostazione e di vedute. Credo che questo, in qualche misura, farà parte anche della campagna elettorale.
Ciò però non ci ha impedito talvolta di riuscire a trovare delle soluzioni aggiuntive che hanno migliorato, certificato e in alcuni casi condiviso il fatto che si è sempre cercato di lavorare per provare a migliorare le cose nell’interesse dei cittadini.
Il secondo ringraziamento va alla maggioranza che in questi 5 anni è stata mediaticamente molto variegata. La produzione di distinguo, infatti, è stata superiore alla norma ed anche al passato.
In realtà, la compattezza e la coerenza nel portare avanti il programma sono state molto solide sia in questa aula che nelle singole decisioni che sono state prese. Basta guardare il numero di provvedimenti assunti, la qualità delle competenze che abbiamo ottenuto in questa Legislatura e soprattutto gli indicatori socio-economici che tutti hanno più volte ricordato e rivendicato, che sicuramente fotografano un Trentino migliore rispetto a come lo avevamo conosciuto ed ereditato 5 anni fa.
Il Trentino di 5 anni fa era pienamente dentro ad una crisi devastante. Oggi non lo è più, è un Trentino che questa maggioranza consegna ai cittadini con degli indicatori migliori, come da più parti riconosciuto.
Il terzo ringraziamento va ai colleghi di Giunta, anche a quelli che oggi non sono qui con noi. Perché da parte di tutti ci sono stati impegno e coerenza. C’è stato un giusto esercizio di distinguo, ma se quei risultati sono lì è perché evidentemente queste persone ci hanno creduto. E ci hanno creduto al punto tale da sostenere anche con ruoli non politici sia un programma che i valori che questo stesso programma esprimeva.
Quindi, personalmente sono soddisfatto, perché abbiamo fatto tanto per la nostra Autonomia. Lo abbiamo fatto al servizio dei cittadini, certamente anche commettendo qualche errore, ma sempre con senso di responsabilità nei confronti del nostro territorio. D’altronde, quando si decide è più che normale che ci possano essere degli errori. L’importante però è decidere.
Io penso che ciò che abbiamo fatto insieme – e lo dico alla maggioranza – resti e resterà al di là del puro consenso e al di là dell’utilizzo che ciascuno vorrà farne anche dentro a questa campagna elettorale. E ciò che resta è anche materia concreta di un bilancio tecnico, con dei numeri che contengono delle scelte ben precise. Un bilancio tecnico che consegniamo a chi verrà dopo di noi.
Non sappiamo chi verrà dopo di noi. Di sicuro sappiamo una cosa: non sarà il centro sinistra autonomista che ha ben governato in questa Legislatura. Non lo sarà non per scelta degli elettori, ma perché alcune maggioranze assembleari di due partiti – una piuttosto risicata – lo hanno demolito dentro le stesse assemblee. Ne hanno decretato la fine per cambiare. Nessun cambiamento programmatico s’intende, almeno non percepito fino ad ora. Lo hanno demolito per cambiarne il presidente senza nemmeno averne pronto un altro. Non lo sarà, perché alcuni esponenti di questo centro sinistra autonomista, che pure continuano a sedere nei banchi dove sono stati mandati dagli elettori in qualità di esponenti del centrosinistra autonomista – imitati da chi non è stato eletto ma nominato – non hanno voluto che potessero essere i cittadini trentini, in quanto cittadini, a giudicare se avessimo o meno governato bene, non permettendo quindi ai trentini di scegliere se confermare o cambiare sulla base di quel giudizio. Non lo hanno voluto, nonostante in questa aula e anche al di fuori, proprio gli stessi che hanno affossato il centro sinistra autonomista abbiano sempre dichiarato: “abbiamo ben governato, i numeri lo dimostrano, abbiamo coniugato la coesione sociale con la crescita”. Lo hanno fatto ad ogni bilancio e anche recentemente in occasione della manovra di assestamento che abbiamo approvato qualche settimana fa. E nelle stesse ore nelle quali dichiaravano pubblicamente la propria soddisfazione per l’azione di governo, lo decapitavano al massimo livello di rappresentanza.
Ma hanno fatto di più. Hanno girato il Trentino in nome e per conto del centro sinistra autonomista – e spesso anche per delega di chi vi sta parlando – portando avanti proposte, spiegando leggi e provvedimenti frutto del programma pensato ed elaborato dal sottoscritto e da loro condiviso, approvato ed anche attuato.
Un fulgido esempio di trasformismo e di vecchia politica, degni della Prima Repubblica di italiana memoria. Ma viviamo in questi tempi e tutto questo è – a loro dire – del tutto legittimo, persino doveroso perché fatto nel nome del cambiamento.
Ma come potranno essere alfieri credibili del cambiamento gli stessi che hanno sempre votato insieme al presidente in quest’aula? Come potrà parlare di cambiamento chi ha portato nella Giunta da me presieduta 1.903 delibere per poi dimettersi a due mesi dalle elezioni?
Inseguono il richiamo al cambiamento, ma non si rendono conto che così facendo non fanno che rafforzare chi dall’opposizione legittimamente e coerentemente lo invoca e lo propone.
Il loro cambiamento è un cambiamento in brutta copia, che non farà che mettere in luce l’originale.
In quest’epoca del cambiamento, vorrei concludere questo mio intervento augurando al Trentino e ai trentini che la nuova stagione dell’Autonomia sia davvero quella dell’autentico cambiamento.
Quello di cui abbiamo realmente bisogno. Quello che non deve per forza annunciarsi, perché è piuttosto praticato che urlato, quello che si basa sulla lealtà, sulla coerenza, sulla fiducia e sull’impegno quotidiano al servizio dell’Autonomia.
Ed è proprio in questo senso che vorrei augurare a tutti coloro che porteranno le proprie proposte ai cittadini trentini di farlo sempre mettendo al primo posto il valore della nostra Specialità e del nostro Autogoverno. Il valore di una Specialità che si gioca in un rapporto di pari dignità, ma anche di costruzione continua, di amicizia e di comune senso di futuro con Bolzano.
Auguro a tutti questi di anteporre tali valori ad ogni impostazione ideologica e culturale, ad ogni calcolo o convenienza elettorale. In questo senso posso quindi chiudere usando, rivolgendola a tutti, la parola
AUGURI!“