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Il percorso del PATT verso le elezioni provinciali 2018

29/03/2018

Il Consiglio provinciale del Partito Autonomista Trentino Tirolese, riunitosi il 28 marzo, ha approvato all’unanimità un documento intitolato “In cammino verso ottobre” che racchiude gli obiettivi del PATT da qui alle elezioni dell’autunno 2018. 

Alle elezioni nazionali del 4 marzo 2018 ha vinto da una parte il rancore di cui diceva l’ultimo rapporto Censis e, dall’altra, il “telecomando”. Elementi che vanno tenuti in considerazione anche nel nostro speciale sistema autonomistico.

A livello nazionale, la sconfitta della ragionevolezza e della responsabilità (la cosiddetta area “moderata”) ha ragioni profonde, le radici delle quali affondano nella crisi che tormenta l’Italia da 10 anni e che ha cambiato la struttura sociale del Paese dividendola, in buona sostanza, tra chi ha beneficiato della globalizzazione e chi ne è rimasto sostanzialmente vittima.

Anche il difficile e complesso ma quanto mai necessario processo di integrazione europea ha giocato un ruolo importante su questo fronte. Il deficit democratico e le dinamiche che lo hanno caratterizzato non hanno certo aiutato le forze politiche che con difficoltà hanno responsabilmente cercato di condividere parte della sovranità e di elaborare congiuntamente alcune politiche pubbliche strategiche.

Il Trentino, pur avendo una storia diversa (anche sociale) grazie all’autonomia e alla sua particolare storia, si è comportato perlomeno come il resto del nord.

Queste elezioni nazionali segnano (forse consolidano) un profondo cambiamento inerente a come intercettare il consenso su una proposta politica e su un candidato, che deve necessariamente essere considerato.

Ciò, forse, è anche dovuto ad una perdita di credibilità della politica, della quale bisogna prendere atto e che va tenuta in considerazione anche a livello locale.

Anche la emersa e significativa istanza di cambiamento va tenuta in conto, seppur con la consapevolezza che il rinnovamento deve andare di pari passo con la competenza, la serietà, la responsabilità e la capacità politica e amministrativa.

Anche le ragioni politiche locali non vanno sottaciute. Non sempre, infatti, la coalizione di cui il PATT fa parte ha potuto esprimersi in maniera condivisa e, talvolta, l’azione politica e amministrativa è stata condizionata dalla litigiosità interna ai partiti, dalle rivendicazioni e dai personalismi.

Sul fronte politico, la coalizione si è anche arenata per troppo tempo sulla dimensione dei diritti civili e su alcune politiche certamente lungimiranti, ma spesso percepite come fortemente penalizzanti per le valli, ad esempio in tema di sanità.

In questo difficile e complesso contesto, una delle domande chiave è la seguente: dov’è finita in Trentino l’area della ragionevolezza e della responsabilità (cosiddetta “moderata”)? Nella nostra Provincia, anche sulla base della nostra storia e della nostra specificità, sebbene il legame con l’area tedesca, a differenza dell’Alto Adige, sia molto più ridotto, quest’area e cionondimeno il voto “moderato” sono fortemente presenti. Vanno cullati, recuperati e portati ad espressione positiva per ottobre. E chi meglio del PATT oggi può e deve dar loro cittadinanza?

Mai come oggi poi vanno distinti i problemi, la realtà effettiva e la percezione dei problemi.

Anche i nostri concittadini tendono a rifugiarsi dalla realtà nelle paure, ben alimentate (anche se in maniera molto diversa) da Lega e 5 Stelle.

Ovviamente il contesto nazionale oggi più di altre volte potrebbe avere ripercussioni e implicazioni sulla gestione e il governo dell’Autonomia, nonostante il grande lavoro di questi anni in termini di suo consolidamento e salvaguardia. Quale governo ci sarà, con quali alleanze, con quali ruoli?

Probabilmente, una certa influenza non vi è dubbio che tali situazioni comunque l’avranno sulla nostre vicende autunnali.

Certo, esiste un elemento oggettivo di debolezza negli avversari sia in termini di leadership, sia di candidati e classe dirigente, sia di contenuti e programmi, ma bisogna riuscire a farla emergere contrapponendovi una proposta di continuità credibile e di novità percepibile, che enfatizzi, valorizzi e addirittura radicalizzi i valori della nostra terra, le sue specificità e le sue tradizioni, che ne costituiscono la vera e autentica ricchezza, affinché il Trentino possa continuare ad avere una sua peculiare e preziosa dimensione, che lo differenzi dalle dinamiche e dalle tendenze nazionali.

Però, servono assolutamente nervi saldi e consapevolezza della partita in gioco. Innanzitutto perché le politiche e le provinciali sono elezioni molto diverse e inoltre perché molto dipenderà da come si affronteranno i prossimi mesi offrendo da subito elementi di novità e prospettiva e prendendo in seria considerazione le preoccupazioni espresse dai cittadini.

Non vi è dubbio che dobbiamo sottolineare e ribadire che le elezioni erano nazionali e che gli elementi nazionali sono stati dominanti, ma alcune questioni provinciali vanno affrontate da subito. Se i Trentini percepissero che la maggioranza sia a livello politico che istituzionale mette la testa sotto la sabbia, sarebbe davvero drammatico.

Chiaramente, bisogna porre grandissima attenzione a come evolveranno il contesto nazionale e locale, senza esprimere l’affanno del cambiamento a tutti i costi, purchessia, ma alcune iniziative possono e devono essere avviate da subito.

Il tutto nella consapevolezza del “valore” che portiamo come PATT (partito strutturato, antico ma che vuole innovarsi, presente e organizzato sul territorio, “anomalo” rispetto ai partiti nazionali, forte di una tradizione e di una cultura fortemente radicata nel sentire popolare) che esprime il Presidente della Provincia. Oggi, come non mai, occorre fare quadrato attorno a questi valori, innovare, aprirsi e cercare per quanto possibile di interpretare, accompagnare e “governare” i processi, siano essi politici o istituzionali, sociali o economici.

Quindi, in questo momento le energie vanno spese nel rinsaldare le fila del partito rinforzandone e valorizzandone l’identità e l’immagine, puntando su una vasta operazione di ascolto e rafforzamento del soggetto politico, aprendo porte e finestre e, nella salvaguardia della storia e del patrimonio autonomista, avviare una nuova stagione di apertura e inclusione nel solco di quanto già iniziato in questi ultimi anni e in particolare lo scorso 2 febbraio. Il tutto tenendo ben stretto il rapporto con la SVP.

Dall’altro lato bisogna però dare qualche segnale di novità anche a livello istituzionale riportando il dibattito sulle problematiche e sui temi locali.

 

Quali sono in estrema sintesi le situazioni ritenute più problematiche dai trentini?

  • – profughi-immigrati (senso di paura e insicurezza e “invidia” per veri o presunti “privilegi”);
  • – sicurezza (Portela, piazza Dante, ecc.);
  • – politiche socio-sanitarie (case di riposo, ospedali periferici, punti nascita, guardie mediche, polo riabilitativo di Arco, vaccini, ecc.);
  • – lavoro e burocrazia.

Se queste sono le aree più critiche, si tratta di formulare da subito proposte concrete nella consapevolezza che la Giunta e la maggioranza sono gli unici che possono farlo e che tale possibilità, oltre ad un dovere istituzionale, rappresenta un’opportunità.

Resta decisivo proporre una proposta di governabilità e un’idea di Trentino in cui riconoscersi (serietà, sobrietà, tradizione, storia, cultura, attenzione alle periferie).

I temi non possono che essere le priorità per uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso, ovvero il mantenimento dei servizi essenziali nelle periferie che si stanno spopolando e una politica diversa di presidio del territorio volta alla sicurezza dei cittadini.

Occorre quindi puntare sulle soluzioni concentrandosi su alcuni temi centrali per il futuro del nostro speciale sistema di convivenza:

  • – primo tra tutti, il rapporto (delicatissimo e decisivo) tra valli e città, garantendo centralità ai territori nelle varie politiche (che oggi, a ragione o a torto poco importa, si sentono marginalizzati);
  • – l’autonomia deve completare il suo cambiamento di paradigma: da mamma provincia a provincia partner, da “provinciacentrismo”, ad un’autonomia diffusa, da Provincia autonoma a Provincia delle autonomie istituzionali (protagonismo di enti locali e Comuni) e civili (protagonismo dei corpi intermedi);
  • – autonomia significa anche interpretare insieme il nostro speciale sistema di convivenza, leadership diffusa, non uomini soli al comando, disponibilità al dialogo, priorità a chi vuole costruire e rimboccarsi le maniche in ogni ambito della convivenza civile;
  • – potenziare le politiche familiari, l’attenzione ai giovani, agli anziani, alle mamme, a partire dal rafforzamento delle politiche di contesto per la famiglia (qui si tratta di implementare e sviluppare quanto già è stato fatto);
  • – rafforzare le politiche che promuovono la coesione economico-sociale (oggi quasi sparita dal vocabolario della politica, ma quanto mai preziosa, da difendere e promuovere nel nostro speciale sistema di convivenza);
  • – meno costi burocratici e più promozione dello sviluppo.

Occorre generare consenso e entusiasmo sulla proposta politica che si intende proporre. Dal punto di vista della comunicazione, si deve puntare sul fatto che la nostra proposta è in questo momento il meglio per la nostra terra, perché è in stretta continuità con ciò che ha consentito lo sviluppo straordinario del Trentino e non rappresenta un salto nel buio pieno di rischi più che di promesse. Il tutto nella consapevolezza che non è affatto detto che l’alternanza giovi. I sistemi che crescono di più sono quelli che garantiscono continuità e stabilità (basti pensare al vicino Alto Adige).

Il tempo è risorsa scarsa, ma se ci avviamo su questa strada con sollecitudine, ragionevolezza, realismo e corresponsabilità, come squadra unita che sa dove andare, la partita è assolutamente aperta, affrontabile e da vincere.

Il PATT, anche sulla base dei suddetti presupposti, ribadisce infine il suo carattere alternativo rispetto alle forze politiche rappresentate dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle ed intende farsi promotore di un’innovazione della propria proposta politica, che sia basata su un forte e diretto coinvolgimento dei giovani e su un ancora più stretto rapporto con il territorio e con la comunità di riferimento.

Un progetto politico che si regge sulla valorizzazione di tutti i tesserati, i simpatizzanti e i cittadini interessati e che riconosca quale riferimento istituzionale il Presidente Ugo Rossi.

Insomma, un’alleanza nell’esclusivo interesse del Trentino che si basi sull’importante e prezioso lavoro svolto in questi anni, ma che sia anche in grado di rinnovarsi e di rispondere efficacemente alle paure e alle preoccupazioni dei cittadini e alle nuove sfide che abbiamo davanti.

Un ragionamento che, se ci sono i presupposti, si intende portare avanti con il coinvolgimento e il protagonismo dei partiti che compongono l’attuale coalizione di centrosinistra autonomista, anche in virtù del riconoscimento e del valore che si attribuisce all’azione politica e amministrativa svolta in questi anni.

Pertanto, il PATT ha l’onere e la responsabilità di indicare in tempi brevi alla comunità politica questo percorso e questa direzione di marcia, partendo dalle  forze con cui ha condiviso la responsabilità di Governo e con l’obiettivo di allargare il più possibile l’alleanza a persone nuove e alla società civile.

Gli organi del partito e lo stesso Presidente si faranno quindi carico di verificare la reale volontà degli attuali alleati di procedere convintamente in questa direzione, quale presupposto fondamentale per pensare di poter vincere la prossima competizione elettorale.

All’esito di tale verifica, sarà evidentemente necessario indire una apposita assemblea politica programmatica che dia avvio in tempi utili al progetto politico per le provinciali.