24/01/2018
Enrico Pruner nacque nel 1922 a Frassilongo, in Val dei Mòcheni. Personaggio chiave della storia politica trentina del dopoguerra, segretario politico e consigliere regionale del Partito Popolare Trentino Tirolese per oltre trent’anni.
Dopo gli studi liceali presso l’Istituto dei Domenicani di Bolzano, nel 1950 si laureò a Milano in Scienze Agrarie. Impiegato a Bolzano, aderì al movimento dell’ASAR (Associazione Studi Autonomistici Regionali) e fu nel 1948 tra i fondatori del PPTT (Partito del Popolo Trentino Tirolese) del quale, nel 1952, divenne segretario politico provinciale. Nel novembre dello stesso anno fu eletto per la prima volta consigliere regionale, carica che mantenne ininterrottamente fino al 1984 quando, prima in Consiglio regionale il 12 luglio e poi in Consiglio provinciale il 16 luglio 1984, al Pruner, dimissionario, subentra il consigliere Casagranda.
Dal 1960 al 1964 fu Assessore nella Giunta Regionale per l’economia montana e le foreste.
Negli anni ’70 incominciarono le sue famose battaglie a difesa dell’ambiente, del territorio, e delle minoranze linguistiche presenti in Trentino, tra le quali la sua (minoranza mochena). Fu il primo a denunciare con un articolo e una grande foto le condizioni degli operai della fabbrica SLOI (Società lavorazioni Organiche Inorganiche), che conteneva materiali altamente pericolosi. Un’altra battaglia fu in favore dell’insegnamento della storia trentina nelle scuole, con diverse interrogazioni in consiglio provinciale. Il caso più eclatante fu quando si mise a difendere i contadini dagli espropri decisi dalla Provincia. Pruner accusava quest’ultima di aver una mancanza di sensibilità verso il territorio e l’ambiente. Il 22 febbraio 1978 carabinieri e vigili invasero il terreno della famiglia Oberosler per procedere con l’esproprio, ma Pruner e Domenico Fedel per diversi giorni dormirono con i contadini opponendosi con tutte le loro forze.
Nel corso della sua esistenza portò avanti una serie innumerevole di battaglie politiche sempre tese a dare la massima valorizzazione all’Autonomia. Fu anticipatore di molti temi: si impegnò con ogni forza per la tutela delle minoranze linguistiche, nella difesa delle tradizioni e delle identità dei trentini, dell’agricoltura di montagna e dell’ambiente, europeista convinto, protagonista di ampie alleanze con tutti i movimenti autonomisti e federalisti italiani ed europei. La sua visione politica fu quella di un’autonomia trentina in chiave europea, infatti a metà degli anni ’70 sostenne la proposta di aggiungere alla sigla PPTT la dizione UE (Unione Europea) nella visione di un’Europa dei popoli e delle regioni alla cui costruzione avrebbero dovuto tendere autonomisti e federalisti assieme.
L’ultima battaglia di Enrico Pruner fu una questione politica; infatti nel 1988 riuscì assieme a Franco Tretter a ricostituire il PPTT dopo che nel 1983 si era spaccato fondando due ali autonomistiche. Il 17 gennaio 1988 in occasione del congresso tenutosi a Riva del Garda venne fondato il PATT riunendo tutti gli autonomisti eleggendo i due contendenti entrambi presidenti. Un anno dopo, l’8 settembre 1989 si spense a soli 67 anni sconfitto dalla leucemia.
A oltre vent’anni dalla morte (Trento, 1989) il suo ricordo è di straordinaria attualità, anche in riferimento al dibattito inerente l’Autonomia provinciale e regionale. Un politico ricordato ancora oggi per la sua fortissima vicinanza alla gente trentina e capace di esserne interprete genuino.
Recentemente è stato pubblicato un libro dal titolo “Enrico Pruner. Una vita per L’Autonomia” (Athesia, Bolzano, 2011) di Lorenzo Baratter che ricostruisce la storia umana e politica di Enrico Pruner.