11/07/2017
In queste settimane ci siamo confrontati e abbiamo ascoltato tutti quelli che avevano delle remore sul provvedimento nazionale sui vaccini. Lo abbiamo fatto perché crediamo che il confronto e l’ascolto, soprattutto su temi così delicati, non debbano mai venire meno. Il vero problema è che, in questo tempo, la comunità medica e scientifica non è riuscita a sensibilizzare tutti i cittadini sull’importanza dei vaccini.
Tuttavia, come ha ricordato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Italia è sotto la soglia di sicurezza. E che non ci sono studi, comprovati dalla comunità scientifica, per ritenere i vaccini un pericolo per la salute.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di sostenere il provvedimento nazionale, perché, oggi, è una questione di interesse generale alla quale non può essere contrapposta la libertà individuale. La quale vale fino al momento in cui non lede quella altrui. Oggi dobbiamo tutelare la libertà di tutti dai rischi delle malattie, che poi è il modo con cui si comporta la quasi totalità degli interessati. Basta guardare i dati su quanti fanno vaccinare i propri figli e quanti no.
Vi è poi un tema più generale e riguarda la scienza e il ruolo delle Istituzioni sanitarie ai fini della conoscenza dei problemi e della valutazione degli interventi necessari per la salute pubblica. Non è un argomento fra i tanti. È un principio di tutela generale e di cautela che va osservato. Se così non fosse, salterebbe l’idea stessa di comunità e a pagare sarebbero i meno tutelati, i più esposti a situazioni di rischio, i più indifesi. I nostri bambini, per l’appunto.
1. I vaccini sono utili?
Nel 1900 l’aspettativa di vita era di 47 anni, oggi è di 85. Gran parte di questi 38 anni di vita media in più si devono alla sconfitta di malattie infettive come difterite, tetano, vaiolo, pertosse, morbillo, poliomielite, tifo, colera, raggiunta grazie a una maggiore igiene e all’arrivo di antibiotici e vaccini. Nel mondo occidentale, dalla loro comparsa, le vaccinazioni di massa hanno permesso di evitare la morte di 500 milioni di persone (poco meno dell’attuale popolazione complessiva dei 28 paesi della UE nel 2014) e nel decennio 2011-2020 permetteranno di evitare la morte di 25 milioni di persone.
2. Sono pericolosi?
I dati scientifici degli ultimi vent’anni ci dicono che le vaccinazioni non hanno causato morti ad esse scientificamente correlabili. Come tutti i farmaci anche i vaccini possono avere alcune, rarissime (meno di un caso su un milione di dosi), reazioni avverse gravi (con ricovero temporaneo: anafilassi, mialgie/atralgie, edemi), rispetto alle più comuni, ma sempre rare, reazioni avverse lievi (febbriciattola, pianto, dolore nel punto d’inoculo, cefalea). Nel complesso, l’incidenza delle reazioni avverse gravi è significativamente inferiore a quella dei più banali farmaci in commercio. Ad esempio, le aspirine e la categoria degli antinfiammatori (FANS) hanno un numero di reazioni avverse (malattie cardiovascolari e gastro-intestinali come ulcere, emorragie e insufficienza renale ed epatica , decessi) 1500 volte maggiore dei vaccini.
3. Come agiscono?
Con la vaccinazione l’agente infettivo (virus, batteri) viene reso innocuo (attraverso l’uccisione, l’attenuazione o la scomposizione molecolare e il “prelievo” delle sole parti immunogeniche) e iniettato per “sollecitare” il nostro sistema immunitario a creare gli anticorpi contro il patogeno, senza che si manifestino la malattia o sue complicanze. Il principio di questo meccanismo è la memoria immunologica. Cioè la capacità del nostro sistema immunitario di ricordare quali microrganismi estranei (o frammenti dei microorganismi) hanno attaccato il nostro organismo in passato e di rispondere velocemente.
4. Cosa sono le stimolazioni antigeniche?
Un antigene è “un (piccolissimo) pezzo” di microorganismo. È, in altre parole, una singola sostanza del microorganismo dotata di proprietà “immunogeniche”, in grado cioè di stimolare il sistema immunitario. Quando un bambino si provoca un graffio o viene punto da una zanzara entra in contatto istantaneamente con migliaia e migliaia di antigeni. Fino a pochi anni fa gli antigeni presenti nei pochi vaccini disponibili per le varie malattie infettive erano oltre 3.000. Ora, il totale degli antigeni (e quindi delle stimolazioni da essi provocate) presenti nei vaccini richiesti sono scesi a meno di 100. Questo perché si è riusciti a identificare quei pochi pezzi specifici da ogni microorganismo funzionali a sollecitare il nostro sistema immunitario. In particolare, sono sei antigeni per il vaccino contro menigococco B e C e 25 per l’esavalente (vaccino contro polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae tipo b). Occorre ribadire che i vaccini provocano un numero di “stimolazioni” del nostro sistema immunitario molto inferiore alle più classiche infezioni stagionali che regolarmente colpiscono i bambini a scuola.
5. Cos’è l’immunità di gregge?
È la soglia di sicurezza che indica la percentuale che deve raggiungere la copertura vaccinale sull’intera popolazione tale da rendere impossibile la circolazione della malattia (del patogeno), mettendo così al sicuro tutti. La soglia di sicurezza raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è pari al 95%.
Rifiutare le vaccinazioni, facendo abbassare questa soglia, significa esporre a rischi letali i propri figli e quelli altrui, in particolare i bambini in età prevaccinale o bambini e adulti con malattie autoimmuni o tumori. A questa categoria appartengono alcune migliaia di bambini e adulti fortemente a rischio se entrano in contatto con un patogeno. Le conseguenze della riduzione della copertura vaccinale implica anche la possibile ricomparsa di malattie debellate o ormai sotto controllo, oltre ad un aumento dei costi sanitari.
Inoltre l’individuo non vaccinato funziona da “ospite” per la ricombinazione del patogeno (che muta sensibilmente) con il rischio che “fuoriesca” più aggressivo e/o irriconoscibile dal sistema immunitario delle persone vaccinate (il vaccino viene costruito sulla base di un ceppo standard del patogeno). Il patogeno che non trova un sistema immunitario immunizzato è libero di infettare le cellule dell’organismo usandole per modificare sé stesso, dando origine a ceppi più virulenti per i quali non esistono ad oggi vaccini.
Con il 95% di copertura vaccinale una popolazione crea una protezione sufficiente per interrompere la circolazione degli agenti infettivi che, non trovando ospiti dove replicarsi, si riducono al minimo e talvolta spariscono dal globo, come il vaiolo, verso cui nessuno oggi si vaccina più. Anche per la poliomielite siamo vicini all’eradicazione, visto che i casi infettivi nel mondo sono qualche decina, e infatti oggi nel mondo occidentale si usa un vaccino molto tenue dato il rischio limitato del ritorno della malattia. In generale, quindi, se vaccinassimo a tappeto tutti, fra qualche anno potremmo via via eliminare i vaccini delle malattie eradicate. Vaccinarsi di più, per non vaccinarsi più.
6. È una questione di libertà individuale?
In tanti hanno sollevato il principio della libertà individuale. L’errore sta nel considerare i vaccini come una questione personale quando in realtà sono un fatto di responsabilità collettiva.
7. Perché è necessario introdurre un obbligo?
L’obiettivo del Ministero della Salute è raggiungere la piena sicurezza per i nostri cittadini attualmente messa a rischio da un calo delle coperture vaccinali che non garantiscono più la soglia di sicurezza. La stessa OMS aveva espresso preoccupazione per la situazione italiana in particolare per l’espansione dei casi di morbillo e di altre malattie prevenibili. Dall’inizio del 2017 sono stati segnalati in Italia 2.851 casi di morbillo, con un incremento di oltre il 500% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
8. Quali sono gli interessi economici dietro i vaccini?
Una recente indagine su sei maggiori Paesi europei (Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Svizzera) dimostra che nessuno supera lo 0,5% del budget del Sistema Sanitario Nazionale per le vaccinazioni, a dimostrazione dell’irragionevolezza dell’idea secondo cui sarebbero gli interessi economici delle multinazionali a governare il campo delle vaccinazioni. Inoltre, molte multinazionali del farmaco stanno abbandonando il settore perché poco redditizio: basti pensare che oggi solo cinque grandi case farmaceutiche producono la maggior parte dei vaccini, mentre negli 1980 erano 17 e 26 nel 1967.
9. Confronto fra i vaccini obbligatori e raccomandati prima e dopo il decreto
Malattie infettive – Prima del decreto – Dopo il decreto
1. Difterite – OBBLIGATORIO – OBBLIGATORIO
2. Tetano – OBBLIGATORIO – OBBLIGATORIO
3. Poliomielite – OBBLIGATORIO – OBBLIGATORIO
4. Epatite B – OBBLIGATORIO – OBBLIGATORIO
5. Morbillo – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
6. Parotite – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
7. Rosolia – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
8. Varicella – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
9. Pertosse – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
10. Haemophilus influenzae tipo b – RACCOMANDATO – OBBLIGATORIO
9. Meningococco B – RACCOMANDATO – RACCOMANDATO
10. Meningococco C – RACCOMANDATO – RACCOMANDATO
11. Pneumococco – RACCOMANDATO – RACCOMANDATO
12. Rovirus – RACCOMANDATO – RACCOMANDATO
10. Saranno necessarie 10 diverse punture?
No. Sei vaccini (anti-polio, anti-tetano, anti-difterite, anti-epatite B, anti-pertosse e anti-Haemophilus influenza tipo B) possono essere somministrati contestualmente con la cosiddetta vaccinazione esavalente. I vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella sono somministrati contestualmente con la vaccinazione quadrivalente. In totale due iniezioni da effettuare nella stessa visita presso il centro vaccinale.