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Movimento Femminile PATT: no all’uso di una narrazione politica offensiva e svilente nei confronti delle nostre istituzioni

20/07/2019

“La comunicazione istituzionale non va in alcun modo confusa con la propaganda politica e non può ridursi all’esaltazione acritica dell’attività delle singole amministrazioni. Si tratta di rendere un servizio ai cittadini e non di farsi pubblicità.”  Cit. Sergio Mattarella.

Il Movimento Femminile del PATT prende spunto dalle parole del Presidente della Repubblica e lancia con forza un messaggio alla comunità trentina: non lasciate siano vilipese le nostre istituzioni da una narrazione politica che le svilisce e le offende. Il consiglio provinciale è l’anima della nostra Autonomia, chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentarla deve rispettarla e rispettare tutti i cittadini. Non ci sono avversari politici fra essi, ma la comunità tutta con le sue diverse caratteristiche e opinioni da rispettare e mai può venire meno il rispetto delle parti.

Ci riferiamo in particolar modo alla narrazione politica perpetrata specialmente (ma non solo) dalla consigliera provinciale Mara Dalzocchio che usa i canali mediatici a sua disposizione non come strumento comunicativo di un rappresentante istituzionale che restituisce alla sua comunità i risultati del suo impegno politico, come ci si aspetterebbe, ma quasi esclusivamente a fini propagandistici, arrivando persino a rimbalzare e quindi promuovere sulla sua bacheca le parole di un condannato per aggressione come Castaldini (già solo questo è un fatto molto grave che denota anche poca inclinazione al rispetto delle sentenze, un’istituzione non promuove le parole di un pregiudicato) noto esponente di estrema destra, sui fatti di Bibbiano. Non paga, se la prende con un libero cittadino perbene reo soltanto di avere un’opinione diversa dalla sua rispetto alla responsabilità di divulgare notizie da fonti verificate, al quale per tutta risposta augura gli venga sottratto il figlio.

Un modus operandi in realtà tipico della consigliera Mara Dalzocchio, che però questa volta ha passato il segno e non può non sollecitare una ferma presa di posizione.

Il Movimento Femminile prende le distanze da questo modo di interpretare la politica, anche e soprattutto se ad esserne protagonista è una donna, e sollecita tutte le forze politiche in maniera trasversale, e tutta la società civile, a stigmatizzare la consuetudine ormai fuori controllo di usare i canali mediatici come ring sui quali stendere gli avversari con parole, metodi e sistemi indegni della politica e delle istituzioni trentine. Chiediamo un impegno concreto affinché tutti si torni al rispetto dell’avversario che non è il nemico, ma soltanto colui che la pensa in maniera diversa. Chiediamo che ci si faccia carico di questo sforzo di tornare ad essere un esempio di buona comunicazione, per i trentini. La politica è innanzitutto capacità di argomentare sulle azioni, e non infierire sulle persone. E il proprio ruolo istituzionale deve suggellare questo principio. Se non vi è rispetto di quel ruolo non può esserci rispetto nemmeno per le istanze della comunità, ed è un rischio che non accettiamo di correre passivamente.

Da oggi quindi, e ancor più di prima, il Movimento Femminile del Patt intende presidiare attentamente la questione e intraprenderà qualsiasi iniziativa finalizzata a sollecitare l’opinione pubblica rispetto alla necessità di pretendere una narrazione politica basata sul rispetto reciproco, figlia di un retaggio culturale che come trentini ci appartiene e che non può essere vilipeso da sistemi importati da Milano o Roma che nulla hanno a che fare con il nostro modo di intendere la dialettica del confronto sano e costruttivo.

È un dovere morale di tutti e di ognuno non assuefarci a certi sistemi, perché rischiamo ci trascinino in abissi dai quali poi sarà difficile sollevarsi.

Come donne, come madri, ancor prima che come militanti e come politiche, abbiamo il dovere di consegnare alle future generazioni un insegnamento migliore e migliori esempi comunicativi del siparietto offerto dalla consigliera Mara Dalzocchio.