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PATT e porto d’armi: il Questore applichi quanto ottenuto dagli Autonomisti a Roma

06/02/2019

Lo scorso settembre i parlamentari di PATT e SVP erano riusciti a far approvare una norma per eliminare l’automatismo del mancato rinnovo del porto d’armi per i cacciatori che avevano subito, anche decine di anni fa, condanne penali. Ora il Questore applichi il principio di discrezionalità.

La questione era legata ad un’interpretazione restrittiva dell’art. 43 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che impediva il rinnovo del porto d’armi anche a chi aveva subito negli anni scorsi lievi condanne penali a cui era seguita la completa riabilitazione e ai quali in tutti questi anni il porto d’armi era stato rinnovato.  Centinaia di cacciatori erano esposti al rischio di vedersi rifiutare il rinnovo e molti di loro hanno ricorsi pendenti e che spesso hanno dato ragione ai cacciatori. Si tratta di un problema molto sentito dal mondo venatorio, perché la caccia, soprattutto nei piccoli centri di montagna più decentrati, rappresenta un’autentica e irrinunciabile passione e una pratica tradizionale, ma spesso anche una delle poche occasioni di svago e di socializzazione.

La modifica di questa norma era stata sollecitata dagli autonomisti del PATT e della SVP già nella precedente legislatura ed in particolare il Senatore Franco Panizza aveva presentato diversi emendamenti e proposte di legge, che purtroppo non erano andate in porto. Nel mese di settembre, su iniziativa in particolare dell’on. Emanuela Rossini del PATT e dell’on. Albrecht Plangger della SVP, si era finalmente riusciti a modificare la norma inserendo il principio di discrezionalità nel giudizio del Questore che adesso, nel caso di condanne pienamente riabilitate e non gravi, può procedere tranquillamente al rinnovo.

            “Dopo anni di battaglie a Roma – afferma il Segretario del PATT Franco Panizza – lo scorso settembre gli Autonomisti sono finalmente riusciti a modificare una norma ingiusta, mantenendo comunque inalterate le esigenze di pubblica sicurezza. Ora chiediamo al Questore – conclude Panizza – che venga applicato il principio di discrezionalità e che venga valutato caso per caso in modo che sia data la possibilità a coloro che ne hanno il diritto di continuare ad esercitare la pratica venatoria”.